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ROMA – I carabinieri del Nas di Catanzaro stanno eseguendo, nelle province di Catanzaro e Cosenza, 14 misure cautelari nei confronti di tredici indagati, tra i quali magazzinieri, corrieri e farmacisti, ritenuti responsabili del reato di associazione a delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione di farmaci ad uso umano e veterinario e altra merce.
Come emerso dalle indagini, la refurtiva è stata trafugata da due distinti depositi di spedizioni calabresi per poi essere immessa nel mercato clandestino.
I NOMI
Sono stati raggiunti dalle misure cautelari quattro lametini (Roberto Tommaso Nero, 56 anni, titolare di una farmacia a Borgia, Vittorio e Salvatore Folino Raso di 40 e 48 anni, Andrea Butera, 45 anni); quattro catanzaresi (Maurizio e Antonio Gariano di 55 e 59 anni, Sara Michienzi, 45 anni, Emanuel Jesu Alfieri, 37 anni); due cosentini (Silvana Di Donato, 64 anni, Diego Grandinetti, 45 anni). E ancora: Erika Fragale, 45 anni, di Soveria Mannelli, Salvatore Melina, 46 anni, di Girifalco e Pietro Cerra, 54 anni, di Curinga.
Indagati anche Francesco Paone, 61 anni, di Catanzaro; Maria Paone, 74 anni, di Pentone; Giuseppe Toteda, 44 anni, di Cosenza; Francesco Pio Rizzo, 52 anni, di Catanzaro; Antonio Vartellini, 36 anni, di Catanzaro.
LE INDAGINI
L’indagine è iniziata a dicembre del 2020, a seguito di una segnalazione da parte di una casa farmaceutica di livello nazionale che sospettava, a seguito di continui ammanchi, di presunti furti di interi colli di medicinali, che avvenivano prevalentemente nel territorio lametino.
I successivi approfondimenti investigativi, compiuti anche attraverso intercettazioni telefoniche e telematiche, hanno consentito di raccogliere numerosi elementi per ritenere che un magazziniere e corrieri di farmaci avessero costituito una vera e propria organizzazione, ben collaudata, grazie alla quale – secondo l’ipotesi accusatoria – trafugavano dall’interno di un deposito di spedizione intermediario di prodotti farmaceutici, ubicato nell’area lametina, medicinali ad uso umano e veterinario, per poi rivenderli sul mercato clandestino con sconti superiori anche al 60-70 % rispetto ai prezzi di mercato.
La tesi investigativa fa supporre che i medicinali venissero sottratti in modo sistematico dai bancali o dai pacchi destinati alle farmacie, in misura tale da non rendere evidente l’ammanco al destinatario, che solo in un secondo momento lamentava la carenza al distributore. Successivamente l’organizzazione, attraverso una fitta rete di “vendita illegale” creata per accontentare l’elevata richiesta della clientela della zona, avrebbe proceduto ad accumulare la refurtiva all’interno di depositi abusivi (garage, magazzini, etc.) e successivamente a ricettarla al pubblico, nonché presso farmacie, parafarmacie e negozi di vendita di prodotti per animali.
Nel periodo delle prime ondate della diffusione del Covid-19 è risultato che la rete di conoscenze degli associati richiedesse, con maggiore insistenza, farmaci antipiretici. Secondo quanto emerso nelle indagini dei Carabinieri del NAS di Catanzaro, la refurtiva potrebbe ammontare a circa 14.000 confezioni di medicinali ad uso umano e veterinario, dal valore complessivo di circa € 115.000, di cui 1.650 confezioni di farmaci già rinvenute e sottoposte a sequestro.
Nell’ambito dell’attività investigativa, sono stati acquisiti gravi indizi di reità nei confronti di due dei soggetti indagati per furto e ricettazione di farmaci in ordine alla loro partecipazione ad un ulteriore sodalizio criminale, anch’esso costituito da magazzinieri e corrieri, i quali – creando falsi disservizi nel transito delle spedizioni – avrebbero trafugato merce di varia natura (generalmente elettrodomestici e televisori), da un altro deposito di spedizione ubicato nell’area Catanzarese, per poi ricettarli a conoscenti della zona.
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