Il ministro Vittorio Colao riceve la cittadinanza onoraria dal sindaco Domenico Raffaele
2 minuti per la letturaFOSSATO SERRALTA (CATANZARO) – «In una terra come la Calabria ci sono delle realtà individuali e dei comuni strepitosi che lavorano benissimo con risorse molto limitate e dei sindaci che sono degli eroi civici perché svolgono la loro funzione con passione verso la loro comunità. Per fare un salto di qualità, però, c’è bisogno che questi comuni lavorino assieme e che assieme si agisca per la promozione turistica, per le infrastrutture e per quello serve allo sviluppo del territorio. Inoltre, è necessario che, con la collaborazione della Provincia e della Regione, si ragioni sulla comunicazione. La Calabria è poco comunicata oggi».
Lo ha detto Vittorio Colao, a margine della cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria di Fossato Serralta, comune di 560 abitanti in provincia di Catanzaro, dove affondano le radici della sua famiglia.
C’era tutta la comunità oggi pomeriggio, nel centro di aggregazione giovanile, per festeggiare il manager di fama internazionale, divenuto ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale del governo Draghi, tornato per l’occasione assieme al fratello Paolo, che fa l’architetto e vive a Parigi e gli anziani zii. Assieme ai genitori i fratelli Colao, nati a Brescia, hanno trascorso qui, da ragazzi, le vacanze estive. Un legame quello con la terra delle origini – qui nacque il padre Ezio poi trasferitosi in Lombardia – che non si è mai interrotto.
A lui, il consiglio comunale in seduta straordinaria, presieduto dal sindaco Domenico Raffaele, ha consegnato l’onorificenza.
«Fossato Serralta – ha detto il ministro Colao – per me e mio fratello è un posto speciale, un luogo della nostra gioventù e un posto dove ho capito cosa vuol dire avere una famiglia legata, dove si può discutere con punti di vista diversi continuando a volersi molto bene. E poi in questi ultimi mesi, anni, ho apprezzato lo spirito di comunità come dimostra la reazione al Covid, la solidarietà tra la persone e anche un po’ la voglia di agire per il rilancio. Una comunità molto unita e non passiva».
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