X
<
>

Share
2 minuti per la lettura

L’ITALIA che non parteciperà ai Mondiali è un discorso che tiene banco un po’ ovunque. Si parla di Tavecchio e di Ventura. Si analizzano i mali del calcio nazionale e si fanno i soliti riferimenti con il passato.
Non voglio dire nulla in merito alle vicende della Nazionale, anche perché questa non è la sede.
Una considerazione, però, viene spontanea. Si impone alle società di Serie D di schierare obbligatoriamente 4 under (il che significa che devi averne almeno 10 in organico, per quello che è diventato un altro business, soprattutto per procuratori o pseudo tali, faccendieri e consiglieri).
In Eccellenza e Promozione (almeno in Calabria), invece, 3 under, con obbligo di partecipare al torneo Juniores.
Morale della favola: tanti giovani inadeguati in campo, usciti da Scuole calcio e Settori giovanili gestiti all’acqua di rose (altra storia da raccontare, un giorno) che rimangono in squadra finché sono under. Poi finiscono nelle categorie inferiori o smettono di giocare.
Il tutto, tra l’altro, a discapito di calciatori over che fanno panchina o che devono scendere di categoria pur di trovare posto.
Bisogna incentivare la cura del vivaio, dicono sempre ai piani alti. Bene. Giusto così.
Però poi ti accorgi che le squadre di Serie A, fatte salve rare eccezioni, dedicano poche risorse (rispetto a quelle partecipanti ai principali campionati europei) alla cura del proprio vivaio e raramente danno spazi ai giovani.
Inoltre aumenta sempre di più il numero degli stranieri, anche giovani, ovviamente, che giocano in Serie A. Si dirà: ma questo succede anche nei principali campionati europei. Risposta: è vero. Ma siamo noi ad essere usciti dagli ultimi due mondiali al primo turno con Nuova Zelanda e Costa Rica ed a non esserci qualificati ai mondiali del 2018.
E non solo: andate a vedere quanti stranieri ci sono nei campionati Primavera: lì però nessuno mette freni e obblighi.
I club della massima serie, diciamolo francamente, se ne fregano della Nazionale.
I vertici del nostro calcio da una parte impongono regole, dall’altra stanno a guardare.
E questi sono i risultati.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE