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CATANZARO – Il presidente dell’azienda municipalizzata Catanzaro Servizi, Giuseppe Grillo, 43 anni, imputato nella sua qualità di amministratore unico della Sial Service srl, è stato rinviato a giudizio oggi con l’accusa di abuso d’ufficio a seguito di un’inchiesta sulla gestione dello Spisal, il Servizio di prevenzione, igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Azienda sanitaria di Catanzaro. Il giudice dell’udienza preliminare, Maria Rosaria Di Girolamo, ha mandato l’uomo al processo, che avrà inizio il 21 settembre prossimo, accogliendo la richiesta della Procura ed anche delle parti civili, e dall’Asp catanzarese. Con la medesima accusa sono già stati rinviati a giudizio, il 22 settembre 2011, Bernardo Cirillo, 67 anni, di Catanzaro, dirigente dello Spisal, ed il figlio Giuliano Cirillo, 37 anni, di Catanzaro, imputato nella sua qualità di socio e presidente del consiglio di amministrazione della Sial Service srl. Il processo a loro carico è ancora in corso. Quest’ultima decisione del gup è giunta oggi pomeriggio dopo un lungo e contorto iter giudiziario, che ha visto gli indagati finire altre volte in udienza preliminare. I due Cirillo e Grillo sono stati coinvolti nell’inchiesta legata allo Spisal, che risale a sette anni fa, al termine della quale l’allora sostituto procuratore Luigi de Magistris, titolare delle indagini condotte dai carabinieri del Nas, contestò loro i reati di peculato ed abuso d’ufficio. Il 16 novembre 2009 i tre imputati furono mandati sotto processo per la prima accusa, quella di peculato, perchè, secondo la Procura, si sarebbero appropriati di uno dei due dosimetri assegnati allo Spisal, «utilizzandolo per attività di natura privata dalla Sial Service srl», ma quel processo si è concluso con una piena assoluzione l’11 giugno 2010. Quanto all’accusa di abuso d’ufficio, nella richiesta di rinvio a giudizio era riferita al fatto di aver gli indagati «procurato, intenzionalmente, un ingiusto vantaggio patrimoniale sia nei confronti di Cirillo che della Sial Service, ed arrecato un danno ingiusto al personale dello Spisal, consistito nel trasferimento ad altra sede o incarico e in altre vessazioni professionali». In particolare, sempre stando all’impianto accusatorio, si sarebbe trattato di annullamento di verbali, comunicazioni in favore di alcune imprese, e conseguenti trasferimenti del personale in altre sedi dopo le divergenze con il dirigente. Il giudice, però, al termine della prima udienza preliminare del 16 novembre 2009 rimandò gli atti alla Procura per una riformulazione di questo capo d’imputazione con maggiori specificazioni. Seguì una nuova richiesta di rinvio a giudizio che portò i due Cirillo e Grillo nuovamente nell’aula del gup dove, il 30 aprile 2010, furono completamente prosciolti. A quel punto le parti civili impugnarono la sentenza davanti alla Corte di cassazione che, l’8 dicembre 2010, ha annullato i proscioglimenti, rinviando gli atti a Catanzaro per una nuova udienza preliminare. Quella che il 22 settembre scorso si è conclusa con due rinvii a giudizio a carico di Bernardo e Giuliano Cirillo, ed oggi con il rinvio a giudizio anche di Grillo

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