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E’ una storia che nasce due anni fa quella della Nuova Quarto per la Legalità. Nome per esteso della squadra che comanda uno dei due gironi dell’Eccellenza campana. La Dda (Antimafia) prova a smantellare gli interessi del clan Polverino, dominante nel comune flegreo e il Pm Antonello Ardituro rintraccia diramazioni dell’attività camorristica anche nella locale squadra di calcio. Il presidente finisce in carcere per associazione mafiosa, imparentato con uno dei pezzi grossi del clan. E’ lo stesso magistrato a incaricarsi della gestione, rilanciando l’anno scorso la squadra in Promozione con un azionariato popolare e il sostegno delle associazioni anti-racket. Dopo l’esperienza di Viggiano, a metà stagione, l’esperto centrocampista Salvatore Di Maio (oggi al Potenza, una colonna della mediana) decide di trasferirsi a Quarto per vivere un’esperienza fuori dal comune. “Abbiamo vinto il campionato – racconta – sperimentando un modello di calcio pulito sotto tutti i punti di vista. A noi calciatori era richiesto di fare volontariato attivo, nel carcere minorile di Nisida o per le strade. Oltre che di non essere mai coinvolti in giri strani. Non si trattava di una trovata mediatica, la squadra era forte davvero e sul campo l’ha dimostrato conquistando il salto in Eccellenza”. Lunedì il progetto Quarto salirà agli onori delle cronache nazionali per l’allenamento che l’Italia di Prandelli disputerà allo stadio Giarrusso, con l’ingresso limitato ai soci e agli studenti, in vista della partita del San Paolo contro l’Armenia. .
“Un riconoscimento meritato per una bella realtà – conclude Di Maio – la camorra è un problema serio in quelle zone, lo testimonia il fatto che fuori casa, specie su alcuni campi del casertano, abbiamo preso fischi e contestazioni. Il Quarto viene visto come una forza sana di rottura in certi luoghi dove spesso, anche nella gestione del calcio, hanno dominato altre logiche”.
E’ una storia che nasce due anni fa quella della Nuova Quarto per la Legalità. Nome per esteso della squadra che comanda uno dei due gironi dell’Eccellenza campana. La Dda (Antimafia) prova a smantellare gli interessi del clan Polverino, dominante nel comune flegreo e il Pm Antonello Ardituro rintraccia diramazioni dell’attività camorristica anche nella locale squadra di calcio. Il presidente finisce in carcere per associazione mafiosa, imparentato con uno dei pezzi grossi del clan, come racconta nell’edizione cartacea di giovedì 10 ottobre la Gazzetta dello Sport. E’ lo stesso magistrato a incaricarsi della gestione, rilanciando l’anno scorso (2012-2013) la squadra in Promozione con un azionariato popolare e il sostegno delle associazioni anti-racket. Dopo l’esperienza di Viggiano, a metà stagione, l’esperto centrocampista Salvatore Di Maio (oggi al Potenza, una colonna della mediana di mister Camelia) decide di trasferirsi a Quarto per vivere un’esperienza fuori dal comune. “Abbiamo vinto il campionato – racconta – sperimentando un modello di calcio pulito a trecentosessanta gradi. A noi calciatori era richiesto di fare volontariato attivo, ad esempio nel carcere minorile di Nisida o per le strade. Oltre che di non essere mai coinvolti in giri strani. Non si trattava di una trovata mediatica, la squadra era forte davvero e sul campo l’ha dimostrato conquistando il salto in Eccellenza”. Lunedì il progetto Quarto salirà agli onori delle cronache nazionali per l’allenamento che l’Italia di Prandelli disputerà allo stadio Giarrusso, con l’ingresso limitato ai soci e agli studenti, in vista della partita del San Paolo contro l’Armenia. . “Un riconoscimento meritato per una bella realtà – conclude Di Maio – la camorra è un problema serio in quelle zone, lo testimonia il fatto che fuori casa, specie su alcuni campi del casertano, abbiamo preso fischi e contestazioni per quello che rappresentavamo. Il Quarto viene visto come una forza sana di rottura in certi luoghi dove spesso, anche nella gestione del calcio, hanno dominato altre logiche”.
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