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Quando è stato a Matera ha impiegato molto meno delle sette ore indicate nel titolo del suo libro a fare innamorare le donne che gremivano la Mediateca. Ma da quando è diventato Lollo Love non se ne salva più nessuna (o quasi). A Giampaolo Morelli i panni del cantante neomelodico sembrano cuciti proprio addosso nel film dei Manetti Bros “Song ‘e Napule” che ha tra gli altri protagonisti Alessandro Roja, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso e anche un sorprendente Peppe Servillo. Che morisse dalla voglia di vivere, almeno per una volta, l’ebrezza di essere acclamato dalla folla come una rockstar dei bassi lo si capisce dalla passione con cui si rivolge alla sua “Cuoricina”. E poi vogliamo parlare lo stile? Quello del neomelodico c’è tutto: maglietta e pantaloni attillatissimi come un dalmata pezzato di cuori, movenze ammiccanti e voce suadente. Il video di Lollo è un film nel film che sta già spopolando su Youtube. «In effetti – scherza Giampaolo Morelli, nel corso di una piacevole chiacchierata al telefono- ho tutta l’estate impegnata a cantare a matrimoni e comunioni». Ma Giampaolo Morelli in “Song ‘e Napule” (nella duplice accezione di Canzoni di Napoli e una orgogliosa orgogliosa rivendicazione di identità: “Sono di Napoli”) non è solo l’interprete di Lollo Love. Del film, lui è l’ispiratore.
«L’idea mi è nata qualche tempo fa- spiega- dalla voglia di mettere due napoletanità a confronto: quella di via dei Mille o Posillipo, con quella più popolare dei quartieri. Due realtà opposte, che a Napoli convivono a stretto contatto.
Ma la convivenza non si trasforma in integrazione e spesso da parte della borghesia c’è una forte discriminazione verso la cultura più popolare. Allora mi sono chiesto: cosa accadrebbe se un poliziotto svogliato, benestante, figlio di borghesi e appassionato di musica classica dovesse, per forza di cose, infiltrarsi nella Napoli dei vicoli e dei cantanti neomelodici? Forse potrebbe accorgersi che tanti luoghi comuni, come quello che vede la musica neomelodica facile e mediocre o i cantanti neomelodici delinquenti collusi con la camorra, non sono sempre veri, e potrebbe addirittura scoprire dei valori che non si aspettava». Un’idea che ha conquistato prima i Manetti e poi il produttore Luciano Martino. I Manetti stravolgono il connubio fra Napoli e la malavita con l’irriverenza di un personaggio come Lollo Love e la dolcezza del disoccupato-raccomandato Paco Stillo, svelando le quinte di una città diversa da quella portata negli ultimi tempi al centro dell’attenzione, violenta e con il marchio indelebile e onnipresente della camorra. Modulato per essere insieme commedia e film di azione, Song ’e Napule non è un film di denuncia, ma racconta invece la cultura neomelodica e il vivere partenopeo in un tono piacevolmente fresco, lieve e pop. Uscito nelle sale il 17 aprile, “Song ‘e Napule” è diventato immediatamente un fenomeno cinematografico, tant’è che il distributore Microcinema ha dovuto aumentare in corsa il numero delle copie disponibili. In Basilicata finora il film è arrivato a Potenza e Policoro. E a Matera? «Vengo a portarlo di persona e anche di corsa- promette Giampaolo (Lollo) Morelli- se qualcuno mi invita a farlo. E’ una città talmente bella che ci tornerei molto volentieri». Che i gestori si facciano avanti, allora: chi se la perderebbe una prima nei Sassi con Lollo Love in persona in prima fila?
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