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Al Conservatorio Duni di Matera, da qualche anno, è tutta un’altra musica. Ai corsi tradizionali ne sono stati affiancati altri più vicini ai nuovi linguaggi musicali, come la musica jazz e la musica elettronica, con percorsi di alta specializzazione di primo e di secondo livello.
E adesso l’importante istituzione musicale ha i suoi primi due “dottori” in Canto jazz: Saverio Pepe e Delia Delìa.
Per la occasione è stata organizzata una discussione-concerto aperta al pubblico, con musicisti e strumenti veri, presenti all’interno dell’aula Rota del Conservatorio di Matera. Niente a che vedere, insomma, con le tradizionali sedute di laurea. Delia Delìa ha parlato di Duke Ellington in un percorso misto fra religione e musica jazz. Il titolo della sua tesi è “Duke Ellington: attraverso il jazz ho incontrato Dio”. Sei brani di Ellington  interpretati da Delia Delìa accompagnata da Mario Rosini al pianoforte, Franco Fossanova al basso, Mike Lovito alla tromba, e Pasquale Fiore alla batteria.
Totalmente inedito, invece, il lavoro di Saverio Pepe: “Signore e Signori: jazz, contaminazioni, canzoni”, destinato a diventare presto un disco.
Le musiche sono composte dal maestro Valter Sivilotti che è stato l’insegnante di Pepe in questo percorso di studi, mentre i testi sono dello stesso Pepe. Relatrice della tesi la professoressa Maria Maddalena Notarstefano. Ad accompagnare la voce di Saverio Pepe, il maestro Giambattista Gaetano al pianoforte, Giuseppe Venezia al contrabbasso e Giovanni Scasciamacchia alla batteria.
Sono stati eseguiti 9 brani che sono l’esempio di come il jazz abbia contaminato gli altri generi musicali: il tango, la bossanova, il mambo, lo swing, la ballad.
«La discussione della tesi – spiega Saverio Pepe- è stata in realtà anche una sorta di lezione (breve seminario) sulle contaminazioni musicali. Quindi una specie di spiegazione, brano per brano, del tipo di contaminazione è della struttura musicale di ogni canzone».
Tra i componenti della commissione il direttore del conservatorio Saverio Vizziello che può cogliere, così, i primi frutti di una innovativa apertura al Canto jazz da parte del Conservatorio materano.

 

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