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MATERA – Non ci sono “conti in sospeso”. Vinicio Capossela il suo personalissimo tributo a fans e ammiratori lo ha reso tutto, nel corso dell’intenso pomeriggio trascorso,  alla Libreria dell’Arco, storico avamposto culturale della città, per parlare del suo “Tefteri. Il libro dei conti in sospeso”. Ad attenderlo fuori e dentro la libreria di Giovanni Moliterni estimatori di tutte le età. 

E il cantautore e scrittore, per vincere la sua proverbiale timidezza, ha bisogno di concedersi una breve sosta al bancone del  Lanfranchi caffè. Il tempo di una tazzina di caffè e un’occhiata al panorama mozzafiato dei Sassi, dal terrazzino del bar, ed eccolo affrontare la “ciurma” di fans in attesa, tutti rigorosamente già con la propria copia del libro di appunti sparsi sulla Grecia e la musica della “krisis” da autografare. Vinicio, in camicia di jeans e cappellino d’ordinanza, cerca come può di evitare i flash dei fotografi, per andare incontro alle persone lì per lui. «Preferisco alla cultura dell’immagine quella dei contatti umani», dice appena varcata la soglia della libreria. 

Ha bisogno di pochi minuti per raccontare il senso del libro. «Ho conosciuto il rebetiko, ascoltandola, una volta in una taverna, e me ne sono subito innamorato. Così  ho pensato di fare un disco per diventare famoso in Grecia e avere una buona ragione per suonare in un posto che mi piace- racconta, scherzando- In realtà il disco, registrato nel 2007 è stato pubblicato solo nel 2012, quando si sentiva parlare solo di Grecia, ma non per il Rebetiko. E allora, quella musica nata in un altro momento di crisi, mi ha offerto lo spunto, partendo dal caso greco, per estendere lo sguardo anche su cosa sta succedendo nel mondo, in altre economie. Ecco, il mio è un quaderno in cui l’autore cerca di mettersi in mezzo meno possibile, come i discorsi che si carpiscono mentre si è seduti al tavolo in un bar. Il punto di partenza non poteva che essere la Grecia,  Il paese che ha dato nome all’uomo: “antropos”, cioè “quello che guarda in alto”, per ricordarci  di tornare “uomini” in un periodo in cui si parla di debito, soldi, guai  e lo  sguardo è rivolto troppo spesso verso il basso». 

Il suo di sguardo, invece, è rivolto ai tanti accorsi per un autografo o una stretta di mano, attento a carpirne storie ed emozioni. E’ intensissimo il suo abbraccio a un’anziana signora in fila per l’autografo, stupefatta l’espressione al cospetto del disegnatore Giuseppe Palumbo che lo omaggia di un volume su Atene e di un mini-ritratto realizzato in tempo reale e sorpresa nell’apprendere dell’esistenza di un lido Marajà. Ma il dono più gradito è un volume dedicato al maestro Matteo Salvatore. Poi “il matrimonio” coi fans materani si completerà, più tardi,  con la festa al Parco del castello Tramontano, dove Vinicio porterà, insieme alla Banda della posta, la sua musica per sposalizi.

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