I turisti nel loro difficoltoso cammino
3 minuti per la letturaSAN FELE (POTENZA) – Tanto entusiasmo alla partenza ma il viaggio alle Cascate di San Fele per alcuni turisti di Foggia si è trasformato in un incubo. Iolanda Figurella, presidente dell’associazione “Il cuore Foggia”, dopo aver passato la scorsa domenica nel comune lucano ha deciso di denunciare, con una dura lettera, lo scarso livello dell’ospitalità turistica. E il Comune, dove già in passato erano stati denunciati episodi simili, ne esce davvero male. E non le persone del luogo – «la gente dispiaciuta ci è venuta incontro», racconta Figurella – ma le istituzioni non ne escono bene, in primisi in sindaco, Donato Sperduto.
I turisti parlano, infatti, di «mancanza di tutela da parte del sindaco che come primo cittadino dovrebbe dare esempio, invece non si è curato affatto nè del rispetto e dell’accoglienza dei turisti, ma soprattutto disumano nei confronti di bambini in difficoltà e di una situazione di pericolo per l’incolumità di tutti. Turisti scontenti allontanano altri turisti, e la nostra lamentela serve a mettere in guardia tutti coloro che si avventurano inconsapevoli di un trattamento squallido e non curante del sindaco e dei carabinieri, che non si sono degnati neanche di effettuare un sopralluogo».
Il problema è sempre lo stesso, già altre volte segnalato: l’ordinanza che non permette ai pullman di turisti di arrivare alle Cascate. «Consapevoli del servizio navette private a disposizione per i turisti al termine del percorso – afferma Jole Figurella – con grande delusione abbiamo scoperto che il percorso naturalistico (circa 4,5 km tra salite e discese ripide) andava fatto a piedi, in quanto non c’erano le navette. Eravamo ignari dell’esistenza di un’ordinanza emanata dal sindaco che vietava l’avvicinamento del nostro pullman fino a quel punto. Presi dalla stanchezza e dalla grande difficoltà per i bambini e persone di età matura a proseguire ancora, abbiamo pensato di chiamare prima i carabinieri per un supporto logistico, la cui richiesta è stata del tutto ignorata e demandata al sindaco, responsabile dell’ordinanza. Pertanto chiamato il sindaco di San Fele, Donato Sperduto, abbiamo esposto la nostra difficoltà e chiesta una soluzione che ci permettesse di arrivare al nostro mezzo in modo da proseguire al ristorante che tra l’altro aspettava i nostri 52 posti prenotati. La risposta del sindaco è stata di totale chiusura: ci ha detto che dovevamo arrangiarci camminando a piedi per altri 2,5km, lungo una strada trafficata da auto, senza banchina in quanto occupata da strisce blu per parcheggio auto a pagamento, sotto il sole con bambini assetati e stanchi e se ci sentivamo male potevano chiamare il 118».
E le ambulanze del 118 sono state chiamate per ben due volte: «Rischiando la nostra incolumità – prosegue il racconto – senza un minimo di sicurezza, abbiamo percorso quel tratto stradale pericoloso camminando lungo la strada senza marciapiede, con il risultato che due persone si sono sentite male per cui è stato attivato il 118, tra l’altro arrivato dopo 40 minuti da un altro paese».
Ovvia la conclusione: «Posti bellissimi, gente gentile ma totale disorganizzazione e non torneremo mai più».
Un peccato davvero, dato il lavoro enorme fatto dall’associazione “U uattanier”, che in pochi anni ha trasformato le Cascate in un’importante attrattore turistico. Che, evidentemente, per l’amministrazione del Comune non sono da valorizzare offrendo ai turisti la giusta accoglienza.
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