Rocco Leone e Vito Bardi
5 minuti per la letturaIL QUADRO della sanità lucana è «desolante». Per questo «va sostituito» l’assessore alle Politiche alla persona, Rocco Leone, e il governatore Vito Bardi «deve cambiare passo».
E’ quanto è tornato a chiedere, ieri, Leonardo Pinto, presidente onorario dell’Associazione nuova sanità e benessere. Una richiesta perentoria, quella dell’avvocato, piovuta come un fulmine nel bel mezzo di un fine settimana di trattative già assai concitate sul rimpasto di giunta più volte rinviato da Bardi, e che sembrava sul punto di chiudersi proprio col sacrificio di uno tra Leone e l’altro assessore in quota Forza Italia, Francesco Cupparo. Tanto che a stretto giro è arrivata la replica del capogruppo azzurro in Consiglio regionale, Francesco Piro, che ha paventato una «manovra occulta» di Pinto per conto di «terzi» non meglio identificati. Mentre il governatore sarebbe tornato ad accarezzare con i suoi l’idea di un azzeramento complessivo delle deleghe degli assessori in carica.
Una reazione, la sua, alle “mani libere” sulle votazioni in Consiglio evocate da quanti all’interno del centrodestra regionale, talvolta anche per ambizioni personali, non paiono gradire le varie soluzioni proposte per il rimpasto in questione.
Di qui l’idea di voltare pagina, senza escludere nemmeno la nomina di una giunta tecnica o lo scioglimento anticipato della legislatura. Laddove la maggioranza non dovesse ritrovare le ragioni per rimettersi al lavoro sulle cose da fare e le varie emergenze aperte. Dalla sanità all’energia, passando per il Piano nazionale di ripresa e resilienza».
«La responsabilità dello stato comatoso in cui versa la nostra sanità – ha dichiarato Pinto nella nota diffusa nella giornata di ieri – non è solo della compagine politica che governa attualmente la Basilicata e neppure degli attuali dirigenti delle aziende sanitarie lucane». «La sua cronicità disfunzionale – ha aggiunto l’avvocato – proviene da lontano (penso a Bubbico e suoi successori); essa è la conseguenza di continue scelte politiche e gestionali sbagliate, oltre che clientelari. Quando si è avuta la fortuna di avere la presenza di medici bravi nulla è stato fatto per trattenerli, come insegnano i tristi accadimenti verificatisi nell’ospedale “Madonne delle Grazie” di Matera; anzi si è fatto in modo che andassero via perché scomodi alla politica, anche se utili ai malati; vanno pure ricordate le cene elettorali organizzate da medici, infermieri ed amministrativi per guadagnarsi carriere “folgoranti”».
«E i malati?» Si domanda quindi il presiente onorario dell’Ansb. «Illustri sconosciuti, cinicamente “usati” per aprire, chiudere o accorpare reparti in base ad esigenze e convenienze politiche. (…) Questo è il quadro desolante della sanità lucana». «Le disfunzioni e carenze esistenti – ha aggiunto ancora l’avvocato – sono oggettive, non opinabili; il centrodestra che governa la Regione, in primis l’assessore alla sanità Leone, ad oggi, non hanno dimostrato di volerle rimuovere e neppure di essere politicamente in grado di farlo; nonostante ciò, c’è chi ipotizza un nuovo ospedale della “Magna Grecia” slegato dalla realtà territoriale della provincia di Matera. I cittadini lucani chiedono di poter usufruire di visite specialistiche, radiografie, analisi di laboratorio nelle strutture ospedaliere pubbliche esistenti senza estenuanti liste di attese, incompatibili ed inammissibili con le finalità delle prestazioni di cui si ha bisogno. Il centrodestra, per distinguersi dal centrosinistra, deve concretizzare quello che decide; è il caso dell’ospedale di zona disagiata di Stigliano, la cui proposta -avanzata dal consigliere regionale Braia-, è ferma sebbene approvata all’unanimità dal Consiglio regionale».
Quindi l’appello al governatore Bardi: «Deve cambiare passo; così non va. Il governo regionale ha bisogno di una svolta seria, proficua ed efficace, senza alchimie politiche, senza manuale Cencelli e senza tentennamenti. Per la sanità, incamminata verso il commissariamento, purtroppo, è necessario sostituire l’assessore Leone di cui l’Ansb ha più volte chiesto le dimissioni perché politicamente insufficiente allo scopo, come dimostrano le persistenti criticità di tutte le strutture ospedaliere lucane da Maratea a Melfi, comprese quelle di Potenza e Matera».
Infine l’annuncio che d’ora in avanti l’Ansb: «si adopererà sempre più -con maggior impegno e maggiore fermezza- affinché la politica governativa regionale metta le aziende sanitarie, quindi anche l’Asm di Matera in “sofferenza” da anni, nelle condizioni di poter assolvere alle loro funzioni e non mancherà di verificarne la corretta gestione».
Dura la replica di Piro, che ha ammesso di non conoscere «le reali motivazioni che hanno spinto l’avvocato Leonardo Pinto, “storico” esponente missino della provincia di Matera, questa volta vestendo i panni di presidente onorario di una non meglio precisata Associazione Ansb, a chiedere le dimissioni dell’assessore regionale alla salute Rocco Leone». «Le sue parole probabilmente dettate chissà da chi – ha proseguito il capogruppo azzurro – sono prive di verità e di buon senso. La strumentalità è evidente nella dichiarazione con la quale non fa distinzione tra politica di destra, sinistra e centro e pretende di dare lezioni di politica, tra l’altro trincerandosi dietro una sigla associativa che come tale dovrebbe essere neutrale. Di qui l’invito all’avvocato «a tornare a fare politica» candidandosi alle prossime elezioni «invece di limitarsi ad uscite talmente demagogiche da far saltare dalla tomba Almirante».
«Sia chiaro – ha aggiunto ancora Piro -: l’assessore Leone non ha bisogno di difese di ufficio perché può a testa alta vantare un’intensa e proficua attività specie nei due anni di pandemia che hanno segnato profondamente il suo impegno. Ma di fronte a manovre occulte o palesi che siano di introdurre pseudo posizioni politiche da trasformare in attacchi non siamo disposti a tollerare che si getti fango tanto per aprire la bocca o perché qualcuno affidi a terzi attacchi prima che politici di natura personale».
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