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di VITO BARDI*
CARISSIMI lettori del Quotidiano del Sud, proprio ieri abbiamo iniziato un percorso virtuoso di confronto con le autonomie locali in vista della nuova sanità che costruiremo grazie all’epocale opportunità del Pnrr. Abbiamo presentato il disegno regionale insieme ad Agenas, alla presenza dei rappresentati dei Comuni e delle Province, che ringrazio per la partecipazione e per la collaborazione.
Nei prossimi giorni – si partirà da Matera – le aziende sanitarie territoriali si confronteranno con le autonomie locali per delineare i dettagli della nostra strategia regionale sulla sanità, che avrà conseguenze almeno per i prossimi 15 anni. Abbiamo dinanzi a noi sfide epocali, come l’emigrazione e lo spopolamento, trend ormai strutturali che si spiegano con le scelte sbagliate di un lungo passato che vogliamo metterci definitivamente alle spalle.
Vogliamo disegnare un sistema sanitario regionale che metta al centro il paziente, con un’attenta analisi delle patologie della popolazione, così da poter erogare servizi corrispondenti alle reali esigenze dei lucani. Come sappiamo, la pandemia ha stressato il nostro sistema sanitario, che grazie al lavoro di tutti oggi ha i migliori dati d’Italia per quanto concerne il riempimento delle terapie intensive. Anche grazie a una campagna vaccinale con numeri superiori alla media nazionale. Ma il Covid ha indubbiamente rallentato tutte le altre prestazioni sanitarie, con la formazione di lunghe liste di attesa, in Basilicata come nel resto d’Italia, e quindi ha acuito gli antichi problemi della sanità lucana: penso all’emigrazione sanitaria, soprattutto per quanto concerne la provincia di Matera.
La mobilità passiva in Basilicata è un tema cruciale, meritoriamente sottolineato anche dalla Corte dei Conti e su cui metteremo in campo una strategia regionale nei prossimi mesi. Dobbiamo garantire non solo il recupero delle liste di attesa, ma anche l’erogazione dei servizi nelle aree interne: penso alla montagna materana, ma non solo. Molto spesso il problema non è solo sanitario, ma anche infrastrutturale, con strade – di competenza dei vari enti locali – che rendono lunghissimi i tempi di percorrenza tra una struttura e l’altra e che rendono davvero impervio il lavoro degli operatori del 118.
Per superare tutte queste antiche criticità della Basilicata, abbiamo una grande opportunità che si chiama Pnrr. In Basilicata avremo 17 case della comunità: 11 saranno realizzate nella provincia di Potenza e 6 in quella di Matera, finanziate con oltre 25 milioni di euro. E sorgeranno cinque ospedali di comunità: tre in provincia di Potenza e due in provincia di Matera, finanziati con oltre undici milioni di euro. Sono strumenti fondamentali per assicurare l’effettività della medicina territoriale e non a caso nei prossimi giorni le aziende sanitarie di Matera e di Potenza avvieranno il confronto con i sindaci e le province, nel rispetto delle autonomie locali e delle differenze territoriali che sono una ricchezza per la Basilicata.
Queste strutture si aggiungeranno alle sei strutture ospedaliere per acuti con pronto soccorso già esistenti in Basilicata: Potenza, Matera, Melfi, Lagonegro, Policoro, Villa d’Agri. Strutture che vogliamo potenziare, per dare risposte alle differenti aree della regione, che richiedono soluzioni sul territorio e non ipotesi di accorpamento che spesso vengono vagheggiate solo per fare propaganda sulla pelle e sulle paure dei cittadini. Nessuna ipotesi in tal senso è sul tavolo e sicuramente non è nelle intenzioni di questa Giunta. Spero di aver chiuso per sempre questa sterile discussione.
Attraverso la difesa delle specificità territoriali, dobbiamo ridurre le disparità territoriali attualmente esistenti, come abbiamo scritto nel piano strategico regionale: il Pnrr ci offre un’opportunità senza precedenti e come ho detto ai rappresentati dei sindaci e delle province, mi auguro non prevalgano gli interessi campanilistici ma una visione di insieme che abbia a cuore il futuro dei tutti i lucani. Con la telemedicina, possiamo dare nuovi servizi a domicilio a tutti i lucani, superando così la dicotomia tra aree urbane e aree interne. Oggi abbiamo l’infrastruttura, ossia la fibra, che entro il 2022 coprirà tutta la Basilicata, prima regione d’Italia a farlo.
Uno strumento importante soprattutto per combattere lo spopolamento delle aree interne e dare servizi alle persone più anziane e più fragili. Non solo, ma la telemedicina è anche un’opportunità per superare la storica mancanza di strutture e servizi non ospedalieri, soprattutto nelle aree interne. Sulla sanità stiamo lavorando per il futuro: il corso di laurea in medicina e chirurgia è un passo storico, che ovviamente avrà ripercussioni positive sul sistema sanitario regionale solo tra qualche anno.
Ma questa è programmazione. Questo significa pensare al futuro della Basilicata e al futuro delle giovani generazioni. Che hanno il diritto e meritano l’opportunità di costruire la propria vita nella nostra bellissima regione.
*presidente della Giunta regionale della Basilicata
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