L'assessore Rocco Leone
3 minuti per la letturaPOTENZA – Prima il vaccino, poi il tampone: è una sequenza illogica, come friggere un uovo e poi rompere il guscio, oppure presentarsi a un esame e dopo studiare?
Secondo alcuni docenti – a cui è stata proposta – sì. Secondo l’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, no. Questa logica (rovesciata oppure consequenziale) è stata proposta ai docenti che da giorni fanno la fila, nella tensostruttura ospitata nei parcheggi dell’ospedale San Carlo, per vaccinarsi contro il Covid-19. Il meccanismo consigliato – secondo le testimonianze raccolte fra gli interessati – sarebbe questo: l’insegnante dopo aver fatto la fila si siede e gli viene inoculato il vaccino (si tratta di quello AstraZeneca).
Subito dopo aver avuto la propria brava dose di immunizzazione, al docente è avanzata la seguente offerta: al tendone accanto effettuano i tamponi molecolari, se vuoi puoi farlo anche tu.
Alcuni docenti hanno ribattuto: ho già compilato il mio “modulo anamnestico”, un modello lungo diverse pagine con il quale si cerca di capire se il candidato alla vaccinazione possa avere uno o più sintomi del Covid-19. Certo, magari non dà la sicurezza assoluta, ma è il sistema richiesto dalla sanità pubblica per accedere al vaccino.
A questo punto il proponente rilancia: ma è tutto gratis, considera che fare un tampone costa 80 euro, perché non ne approfitti?
I conti a qualcuno cominciano a non tornare: sarà anche gratuito e conveniente, ma sembra un non senso clamoroso: che significato avrebbe prima vaccinarsi e poi controllare se sono positivo o meno? Caso mai il processo razionale sarebbe l’esatto contrario: prima effettuo il test, mi assicuro di non essere positivo e magari asintomatico e solo dopo mi lascio inoculare il preparato vaccinale.
Il sospetto di alcuni fra i docenti è uno: non è che questo illogico congegno è stato immaginato perché – portando molta gente quasi sicuramente negativa a fare tamponi – si abbasserà l’indice Rt, quello che decide in sostanza in quale fascia (gialla, arancione, rossa eccetera) le regioni debbano stare? Insomma, non è mica una decisione politica più che sanitaria?
E’ beninteso un’idea che non si può formulare come accusa fino a prova contraria (anche se c’è chi assicura di essersi sentito rispondere qualcosa che non negherebbe l’idea).
L’assessore Leone non solo non smentisce che la proposta sia formulata nei termini riportati (prima il vaccino e poi il tampone) ma lo rivendica con forza: «E’ un lavoro di screening che abbiamo voluto fare. Ho detto io di approfittare di questa occasione. Con questo materiale umano a disposizione hai un’idea reale di come ha camminato il virus nelle scuole. Spero che tutti accettino di fare il tampone».
Ma farlo subito prima non avrebbe avuto più senso?
«No, subito prima non ha senso – assicura Leone – Per processare un tampone molecolare ci vogliono dalle 3 alle 4 ore. Diventerebbe troppo macchinosa la procedura. Invece, così, è una ricchezza che mettiamo a disposizione della sanità lucana».
Ma non è pericoloso vaccinarsi se si è positivi?
«Noi con questo tampone – risponde l’esponente di giunta regionale – troveremmo eventualmente asintomatici. E se sei asintomatico il tampone puoi farlo lo stesso, non è pericoloso. Si consideri che i più giovani sono tutti asintomatici. Dirò di più: mentre la comune influenza bastona i bambini (dalla rinite alla bronchitella all’otite) con il coronavirus non sviluppano la malattia. Gli asintomatici sono la maggioranza dei positivi».
Ma non è che con questi tamponi, presumibilmente quasi tutti negativi, si può falsare l’indice Rt?
«I docenti che hanno posto il problema sono dei maghi, se sanno già che saranno tutti negativi. Non è così. E poi, sull’indice Rt vanno conteggiati anche i tamponi rapidi. Nei giorni prossimi avremo i risultati. Dovrebbero essere contenti gli insegnanti. Così evitiamo che possano infettare soggetti a rischio», conclude Leone.
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