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Domenico Lacerenza

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POTENZA – Sono state ore tribolate quelle trascorse, ieri, all’indomani dell’intesa tra Pd, M5s, i laici cattolici di Basilicata casa comune, Alleanza verdi sinistra e Più Europa per superare lo stallo venutosi a creare attorno alla candidatura a governatore di Chiorazzo con la designazione, in sua vece del 66enne Domenico Lacerenza, primario della struttura interaziendale di oculistica di base al San Carlo di Potenza.

Forse qualcuno avrà pensato che i 5 stelle avrebbero detto un altro no “no” anche all’ultimo dei candidati proposti dal Pd e dal re delle coop bianche lucane Angelo Chiorazzo, su suggerimento dell’ex governatore Vito De Filippo. Ma così non è stato, e il giorno dopo il rimorso dei chiorazziani è diventato impossibile da nascondere. Mentre ai pentastellati è toccato blindare il risultato, e il candidato, appena individuato.

A chiedere pubblicamente a Chiorazzo di tornare sui suoi passi, dopo aver ceduto il testimone a Lacerenza, è stato uno dei suoi fedelissimi come il sindaco di Latronico, Fausto De Maria. In un post su Facebook il primo cittadino del centro ai piedi del monte Alpi ha ricordato di essersi dimesso dalla presidenza regionale di Italia viva proprio per le divergenze col partito sul sostegno alla candidatura dell’imprenditore di Senise. Quindi ha lanciato un appello a incoraggiare quest’ultimo a ripensarci. Nel pomeriggio su un secondo appello è iniziata una raccolta di sottoscrizioni all’interno del Partito democratico. Ma alla fine non se n’è fatto nulla. Vuoi per l’indisponibilità delle prime linee del partito ad esporsi contro la segretaria nazionale Elly Schlein, per cui l’intesa con i 5 stelle, contrari alla candidatura di Chiorazzo, va anteposta a chicchessia. Vuoi per l’indisponibilità sottoscrivere l’appello, in cui si chiede di recuperare la candidatura del re delle coop, di quel pezzo minoritario del partito che da mesi la contesta. Assieme alla gran parte delle altre forze politiche di quel “campo giusto allargato” che era stato abbozzato la scorsa estate. Per provare a contendere al centrodestra il governo della Regione. Il risultato, paradossale, è stato che a esprimersi pubblicamente in termini critici rispetto alla designazione di Lacerenza sono rimasti, ancora una volta, l’ex senatore Salvatore Margiotta, e l’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza. Vale a dire i principali detrattori del re delle coop all’interno del Pd. Mentre i suoi più strenui sostenitori come l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, sono rimasti in silenzio. A smaltire la delusione el deper quello che qualcuno ha sentito come un tradimento dell’imprenditore di Senise. Nel mirino di Margiotta è finita, in particolare, l’esclusione di Italia viva e Azione dall’intesa sul nome di Lacerenza. Un nome, quest’ultimo, particolarmente vicino a De Filippo, e che anche solo per questo potrebbe aver scatenato un certo disappunto, a causa di antichi, perduranti contrasti, in un altro l’ex governatore come il calendiano Marcello Pittella. Di qui l’invito dell’ex senatore a essere «testardamente unitari», come predicato da Schlein rispetto ai 5 stelle, anche per l’ex terzo polo. Perché tenerli fuori sarebbe «un grave errore politico, oltreché masochismo elettorale».

«Credo che faccia onore ad un professionista come il dottor Lacerenza una riflessione di ulteriore 24 ore per “orientarsi”», le parole affidate a un post su Facebook da Lacorazza, dopo una dichiarazione del neo candidato riportata dall’agenzia Lapresse, che ha fatto pensare a un suo possibile ripensamento rispetto alla corsa per la presidenza della giunta. L’ex presidente del Consiglio regionale ha quindi invocato «un tempo supplementare» per le trattative sul nome del candidato governatore. Ma con l’espresso avvertimento che «non si può neanche pensare che la condizione attuale possa ancora migliorare – alleanza dal M5S a Basilicata Casa Comune – se si ritorna ai blocchi di partenza». Vale a dire se si pensa di tornare alla candidatura di Chiorazzo.

A stoppare questo tipo di ragionamenti e le speculazioni su presunte perplessità anche all’interno dei 5 stelle, quindi, in serata è arrivata una dichiarazione del coordinatore regionale dei pentatellati, il deputato Arnaldo Lomuti: «Smentiamo categoricamente qualunque perplessità, come riportato da alcuni organi di informazione, su Domenico Lacerenza, una scelta che ci trova uniti nella sfida alla mala-gestione del centrodestra». Queste le parole di Lomuti, a cui ha fatto eco anche l’ex presidente della Camera, Roberto Fico. «Siamo molto soddisfatti che dottor Domenico Lacerenza abbia accettato la candidatura». Queste le parole dell’ex terza carica dello Stato. «Pensiamo possa essere essere sintesi perfetta per l’interpretazione soprattutto di un punto del nostro programma che è quello della sanità pubblica».

Per provare a calmare gli animi all’interno del Pd questa mattina è stata già convocata una riunione a distanza tra i vertici regionali del partito e il responsabile enti locali, Davide Baruffi. Tra le preoccupazioni del segretario regionale Giovanni Lettieri, infatti, c’è quella di non riuscire a mettere in piedi una lista di aspiranti consiglieri regionali all’altezza della sfida. Dopo l’incontro con il responsabile nazionale enti locali del Pd potrebbe essere convocato anche un incontro allargato a quanti tra i possibili alleati non hanno ancora dichiarato il loro sostegno alla candidatura di Lacerenza. In particolare Psi e Basilicata possibile, oltre a Italia viva e Calenda. Ieri una prima convocazione è stata disertata per protesta il tentativo di Pd e M5s di imporre una decisione dall’alto. Proprio come in precedenza era stato fatto per la candidatura di Chiorazzo. l.a.

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