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POTENZA – Si attendevano paparole dure da parte del candidato governatore del centrodestra e parole dure sono state. Tito Di Maggio ieri nella sede dello storico circolo potentino “Angilla Vecchia” dove a margine della conferenza con i giornalisti si è svolta la presentazione della lista “Laboratorio Basilicata”, ha attaccato senza mezzi termini la decisione del Tar di riammettere la lista “Pittella presidente”.
Di Maggio ha quindi esordito: «Non ho ancora valutato a fondo cosa fare. Ma ho sicuramente una considerazione da fare ed è la denuncia di un metodo ormai consolidato in Basilicata. Ed è quello che si è attivato da tanti anni in questa regione e che è un cancro per la Basilicata. Troppo spesso il controllore gioca con il controllato. L’avvocato che ha assunto la difesa del candidato presidente Pittella, avvocato Buscicchio è stato magistrato del Tribunale amministrativo regionale».
E quindi ha proseguito Di Maggio: «Un signore di grande fama nel nostro Paese, che era solito fare affermazioni molto pertinenti diceva “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Io in questo momento rilevo soltanto questo. Noi viviamo in una regione dove la regola è l’alterazione delle regole del gioco. Il candidato Pittella deve sapere che se il centrosinistra nel recente passato ha avuto a che fare con una opposizione diciamo morbida può stare tranquillo che io non appartengo a quella categoria».
Sempre sulla stessa vicenda Di Maggio non ha sciolto le riserve se presentare ricorso al Consiglio di Stato per la decisione del Tar. Ha solo assicurato che ci sono 30 giorni per presentare ricorso e quindi si è preso tempo per decidere ma con la chiosa: «Può accadere quello che è accaduto nel Molise», dove dopo il voto le elezioni sono state annullate e il Consiglio regionale è stato sciolto. Ad ogni modo Di Maggio, sostenuto al suo fianco tra gli altri da Gaetano Fierro e Gianfranco Blasi non ha lesinato bordate anche su altre questioni. Ha denunciato in particolare anche alcune recentissime assunzioni effettuate dall’ente regionale “Sviluppo Basilicata”: «Si tratta di un ente che già dal nome dovrebbe pensare allo sviluppo della regione, ma non è così».
E quindi il candidato governatore del centrodestra ha proseguito: «Nonostante si stratti di una società che ha chiuso sempre i bilanci in passivo ora ha fatto 4 assunzioni. Due di queste nuovo assunzioni riguardano casualmente persone di Lauria». Non ha aggiunto altro sulla vicenda ma ovviamente ha lanciato il classico “sasso nello stagno”. Un altra bordata è stata quindi dedicata da Di Maggio ai grillini.
Alla domanda del cronista “se tra i due litiganti (centrodestra e centrosinistra) c’è il rischio che il terzo goda”, Tito Di Maggio ha risposto secco: «Io sono molto rispettoso delle parti in gioco. Ma sono anche fiducioso nella intelligenza delle persone. Io credo che il Paese abbia manifestato il suo momento di protesta alle scrse elezioni politiche. Il Movimento 5 stelle non ha capito che quel 25 per cento significava che la gente gli chiedeva di governare. Ma siccome loro hanno dimostrato di non essere in grado di governare io non credo che la gente ricommetta l’errore di dare quel tipo di percentuale al Movimento di 5 stelle».
Per il resto sempre Di Maggio ha spiegato la logica della scelta delle candidature a suo sostegno: «Per me le regole del gioco sono fondamentali. Sono nato in una caserma dei Carabinieri essendo mio padre maresciallo. Sono cresciuto a pane e legge, e le leggi si rispettano: chi sta con me non potrà mai usare la mia faccia per fare cose che io non condivido. So che ci sono compagni di viaggio con questioni aperte con la giustizia, ma noi abbiamo composto le liste nel rispetto della legge Monti – Severino, per cui nel momento in cui le questioni diventano realtà, allora ci sono solo le dimissioni».
Di Maggio quindi prima di concludera ha aggiunto: «Non sono un abitudinario uomo politico e non sono la classe politica oggetto di attacchi» ma «un uomo del mondo dell’impresa, e sono un tecnico prestato alla politica». «In 25 anni – ha concluso orgoglioso – da amministratore di società private non ho mai presentato un bilancio in passivo cosa che invece accade per le società pubbliche».
L’incontro è quindi proseguito con la presentazione dei candidati della lista “Laboratorio Basilicata” che è composta da Grande Sud, Fare per fermare il declino, Scelta Civica e Fratelli d’Italia. E su questo c’è stato l’intervento di Gaetano Fierro che riferendosi invece alla sua espulsione dall’Udc, ha ironicamente spiegato che «si trattava di una casa in cui non ci competeva pagare il fitto».
La nuova esperienza politica del “Laboratorio”, ha aggiunto Fierro, «è la vera novità di questa campagna elettorale».
s.santoro@luedi.it
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