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DOVRANNO comparire davanti al gup Tiziana Petrocelli il prossimo 11 novembre e non il 21 come si era appreso in un primo momento i 40 imputati nell’inchiesta sulla gestione dei rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza dei membri del parlamentino lucano e quelli per l’attività dei gruppi consiliari. Sei giorni prima delle consultazioni per il rinnovo del Consiglio regionale sciolto proprio a seguito di quanto emerso dal lavoro di inquirenti e investigatori.

Lo ha deciso lo stesso magistrato che dovrà valutare le richieste di rinvio a giudizio avanzate a luglio dai due pm titolari dell’inchiesta Sergio Marotta e Francesco Basentini, optando per un’udienza straordinaria di lunedì al posto di quelle ordinarie che vanno dal martedì al giovedì.

A doversi difendersi dalle accuse di falso e peculato saranno 22 consiglieri in carica, tra cui l’intero ufficio di presidenza del Consiglio e la giunta regionale con l’aggiunta dell’unico assessore esterno. Gli altri hanno già lasciato le stanze di via Verrastro al termine della scorsa legislatura, o più di recente come nel caso di Rosa Mastrosimone (Idv) e Vincenzo Viti (Pd), dimissionari subito dopo gli arresti di marzo disposti proprio nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi dal gip Luigi Spina. Con loro era finito ai domiciliari anche l’allora capogruppo Pdl Nicola Pagliuca, per cui il gip in un secondo momento avrebbe optato per un più blando obbligo di dimora lontano dal capoluogo di regione. Stessa misura, quest’ultima, adottata anche nei confronti di Antonio Autilio (Idv), Paolo Castelluccio (Pdl), Agatino Mancusi (Udc), Alessandro Singetta (Misto), Mario Pici (Pdl) – il solo per cui lo stesso Spina avrebbe avuto un ripensamento sull’esistenza dei gravi indizi di colpevolezza – , Mario Venezia (FdI) e Rocco Vita (Psi), più un ex come Vincenzo Ruggiero (Udc). Mentre per Franco Mollica (Udc) e altri quattro consiglieri della scorsa legislatura, Antonio Flovilla (Udc), Innocenzo Loguercio (Psi), Antonio Potenza (Pu) e Antonio Tisci (Pdl) è stato disposto il sequestro sui conti corrente delle somme contestate.

Oltre ai 16 destinatari dell’ordinanza di misure cautelari, chieste soltanto per chi è accusato di di essersi intascato in maniera indebita oltre 5mila euro, ci sono quelli a cui vengono contestate somme inferiori come il presidente della giunta regionale Vito De Filippo (Pd) e gli assessori Nicola Benedetto (Idv), Luca Braia (Pd), Roberto Falotico (Udc), Marcello Pittella (Pd) e l’“esterno” Attilio Martorano. O ancora il presidente del Consiglio Vincenzo Santochirico (Pd), e i consiglieri Giuseppe Dalessandro (Pd), Antonio Di Sanza (Pd), Franco Mattia (Pdl), Michele Napoli (Pdl), Pasquale Robortella (Pd), Luigi Scaglione (Pu) e Gennaro Straziuso (Pd). Infine gli ex onorevoli lucani: Pasquale Di Lorenzo (Fli), l’attuale presidente dell’Ater di Matera Innocenzo Loguercio (Psi), l’ex assessore Vilma Mazzocco (Cd), Giacomo Nardiello (Pdci), l’attuale presidente dell’Asi di Potenza Donato Salvatore (Psi) e Antonio Tisci (Pdl).

l.amato@luedi.it

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