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Domenico Tataranno

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Uno scossone violento con le dimissioni con accenti diversi dei cinque assessori della sua giunta e l’avvio di una verifica politica che tiene aperta, più che mai, la porta ad una ripartenza. E’ la situazione che ha prodotto la decisione del sindaco di Bernalda Domenico Tataranno di aderire alla Lega. Ad un tratto il gruppo civico che lo sosteneva si è trovato spiazzato. Gli accenti nella maggioranza sono evidentemente diversi, c’è quello più critico e che accentua maggiormente la distanza con la Lega del Partito Democratico il cui assessore Antonella Marinaro ha rimesso il mandato nelle mani del suo segretario di partito e non del sindaco (unica differenza di non poco conto nella sequela di dimissioni in corso). C’è il gruppo che comprende anche il vicesindaco Eliana Acito ed altri quattro tra consiglieri e assessori che prende le distanze dalla scelta ma alla fine dice “l’obiettivo è evitare alla comunità l’ennesimo commissariamento”. E poi c’è l’altro assessore Giusy Cirigliano e il consigliere Antonio Perrone che parlano di “immutata stima verso il primo cittadino” ma rassegnano comunque le dimissioni. Starà a Tataranno rimettere insieme i cocci della maggioranza, dimostrare che la scelta fatta non cambierà programmi e obiettivi e trovare le condizioni per andare avanti. I presupposti sembrano esserci.

Tra le prese di posizione spicca innanzitutto quella del Pd. «Il Sindaco precisa di avere avuto sempre idee di centrodestra, che a quanto pare si continuano a spostare sempre più a destra, ma non chiarisce però il suo strabismo politico o la coabitazione di tali contrapposti orientamenti di fede e di azione» scrive il circolo del Pd in una nota a firma del segretario Enzo Piccinni. «A questo punto, chiariamo che Bernalda non si trova nelle condizioni emergenziali che solo lontanamente richiamano alla necessità di un governo di “salute pubblica” come quello nazionale, ma in un governo assolutamente ordinario in cui è incompatibile già la sola coabitazione con una componente politica di estrema destra. Di conseguenza, a gran maggioranza il Circolo PD di Bernalda e Metaponto ha condiviso quanto sia ormai fondamentale ed imprescindibile la definizione della natura politica in seno al massimo organismo politico dell’intera maggioranza. Il Consiglio comunale deve definire la sua identità con limiti e confini chiari, soprattutto la maggioranza che non può considerarsi più uniforme ed omogenea sotto una guida non più super partes ed un patto di alleanza snaturato, ma con un dato di fatto, il PD costituirà il proprio gruppo consiliare e l’assessore del PD Antonella Marinaro ha rimesso già la sua nomina nelle mani del Segretario, ciò per ribadire che non è la posizione del PD che deve essere chiarita, ora si valutino le condizioni di consistenza e natura di una maggioranza che ha già dietro la porta gli zoccoli scalpitanti di un’opposizione pronta a fare i gregari, chi ci sarà ad accoglierli? Non certo il PD» conclude Piccinni.

Dal canto loro in una nota «Eliana Acito, Domenico Calabrese, Donato Dimonte, Nicola Grieco, Barbara Lombardi e Saverio Sarubbo in qualità di consiglieri comunali di “Più Bernalda e Metaponto” ritengono doveroso precisare che tale scelta individuale non coinvolge in alcun modo i componenti del gruppo consiliare la cui identità totalmente estranea e distante dalle idee politiche espresse dalla Lega è stata sempre messa da parte in favore di un comune progetto civico» scrivono. «Sentiamo il dovere di farci garanti di quel progetto che nel maggio 2019 univa nuove energie a quelle della precedente amministrazione in un’esperienza di civismo largamente suffragata dall’elettorato. Abbiamo riflettuto tanto e il peso della responsabilità che sentiamo ci impone di assicurare quella stabilità che la nostra comunità merita. Il nostro obiettivo principale è evitare alla comunità l’ennesimo commissariamento mettendo in campo tutte le energie e la totale disponibilità a portare avanti quel progetto se sarà possibile. Siamo fiduciosi» concludono, «e su questo vigileremo che quella scelta personale non andrà ad inficiare il lavoro svolto, espressione del progetto spossato nel 2019». Alla luce di queste posizioni «il capo gruppo Barbara Lombardi ritiene di doversi dimettere in un momento di verifica come quello in atto ed Eliana Acito, Domenico Calabrese e Nicola Grieco ritengono opportuno rimettere le proprie deleghe assessorili nelle mani del sindaco ai fini di una verifica della possibilità di portare avanti il comune progetto civico esclusivamente secondo i principi con cui è nato nel 2019».

Toni diversi ma identica sostanza nelle parole di Giusy Calabrese e Antonio Perrone.
«La decisione del sindaco di entrare in un’area politica non in linea con il nostro percorso personale non invalida quelli che sono gli aspetti programmatici. Resta immutata la stima e fiducia che nutriamo nei confronti del primo cittadino alla luce del grande impegno dimostrato in questi anni rimarcando il nostro personale appoggio. Malgrado ciò riteniamo per onestà intellettuale di dover rimettere le deleghe assessorili affidate alla consigliera Cirigliano per poter capire se ci sono le condizioni per continuare l’attività amministrativa nel rispetto del progetto civico per cui i nostri elettori ci hanno dato mandato».

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