Marcello Pittella
2 minuti per la letturaMATERA – Il collegio del Tribunale di Matera, presieduto da Gaetano Catalani, ha assolto l’ex governatore Marcello Pittella nel processo, di primo grado, su concorsi truccati e mala amministrazione nella sanità lucana.
I giudici hanno condannato, invece, a pene variabili da 1 anno a 5 anni di reclusione, sette degli altri imputati per i falsi commessi per alterare l’esito dei concorsi in questione. In favore dei candidati che avrebbero goduto di raccomandazioni di provenienza politica, ma non solo. In particolare: l’ex direttrice amministrativa dell’Asm (Azienda sanitaria di Matera), Maria Benedetto (cinque anni di reclusione), l’ex commissario e direttore generale dell’Asm e attuale commissario dell’istituenda azienda sanitaria della prevenzione della Regione Puglia, Pietro Quinto (due anni e sei mesi di reclusione), l’ex commissario dell’Asp (Azienda sanitaria di Potenza), Giovanni Berardino Chiarelli (due anni e sei mesi di reclusione), l’attuale capo dipartimento amministrativo del Crob di Rionero in Vulture, Giovanni Amendola (due anni e sei mesi di reclusione).
Condannate anche la funzionaria dell’Asm, Anna Rita Di Taranto (due anni di reclusione) il funzionario del Crob, Angela Capuano (un anno e quattro mesi di reclusione) e la dirigente dell’Asm, Maria Evangelista Taccardi (un anno di reclusione).
Tra gli assolti compaiono, assieme a Pittella: l’attuale direttore del Dipartimento salute animale della Regione Puglia, Vito Montanaro; l’ex direttore amministrativo del San Carlo di Potenza, Maddalena Berardi; Giovanni Battista Bochicchio (ex direttore :generale del Crob Rionero), Vito D’Alessandro (dirigente dell’Asm), Davide Falasca (dirigente dell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza), Graziantonio Lascaro (imprenditore), Cristoforo Di Cuia (medico dell’Asm), Gaetano Appio (imprenditore), Carmela e Claudio Lascaro (imprenditori) e Roberto Lascaro (Asm).
A luglio del 2018 Pittella era finito agli arresti domiciliari, mentre era in carica come governatore, con l’accusa di essere stato l’istigatore dei falsi commessi per aggiustare le graduatorie di alcuni concorsi. Accusa che in seguito gli è costata anche la ricandidatura a governatore.
A settembre il pm Salvatore Colella, che ha coordinato le indagini della Guardia di finanza, aveva chiesto la condanna a pene per oltre 50 anni di reclusioni complessivi (da un 1 anno e 4 mesi fino a 6 anni e 6 mesi di reclusione) per 18 dei 19 imputati. Incluso lo stesso Pittella (3 anni), Quinto (4 anni e 6 mesi), Chiarelli (4 anni e 1 mese); Benedetto (6 anni e 6 mesi); e Berardi (3 anni).
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