Il tribunale di Matera
3 minuti per la letturaGRASSANO (MATERA) – È stato assolto con formula piena “perchè il fatto non sussiste”, il 42enne grassanese Domenico Dininno, arrestato nel gennaio 2018 per un presunto caso di sequestro di persona ed abusi sessuali nei confronti di una 26enne (oggi 28enne) del posto, sposata, con la quale aveva una storia passionale da circa due anni, culminata in una sostanziale “fuitina”, nella notte tra il 2 ed il 3 gennaio 2018.
L’avvocato dell’uomo, la nota penalista tricaricese Maria Rosaria Malvinni, ha dimostrato in modo inequivocabile che i due erano amanti e che la donna è stata pienamente consenziente, nel piano di fuga organizzato, quindi non ha mai subìto alcun abuso da parte di quello che era a tutti gli effetti il suo amante. Diversa era stata la versione della donna, probabilmente intimorita dalla reazione del marito, la quale non aveva esitato a denunciare Dininno, che fu arrestato e posto ai domiciliari. La tesi accusatoria è stata puntualmente smontata dall’avvocato Malvinni, fino all’assoluzione con formula piena, avvenuta lo scorso 22 maggio. Anzi, oggi la situazione potrebbe ribaltarsi, con l’uomo che diventa vittima di una ingiusta persecuzione giudiziaria.
Secondo il giovane, fin dal primo giorno più che di un sequestro di persona, si sarebbe trattato di una fuitina d’amore, perché con quella donna c’era una relazione molto passionale da almeno due anni. Una storia di paese, andata avanti rigorosamente in clandestinità. Secondo la difesa, tutto sarebbe maturato agli inizi di dicembre 2017, quando il marito della donna avrebbe scoperto la tresca, con una comprensibile reazione di rabbia. Una relazione conflittuale e piuttosto strana, tanto che a maggio 2017 la donna aveva denunciato l’amante per stalking, ottenendo un provvedimento di divieto di avvicinamento, salvo poi recarsi dai carabinieri per rimettere la querela. A dicembre, la ragazza avrebbe convinto il suo amante addirittura a licenziarsi dal lavoro nel salottificio, per poi scappare insieme con i soldi del Tfr.
Quindi, hanno fatto passare le feste, e il 2 gennaio 2018 hanno attuato il piano. Con l’auto dell’uomo si sono recati prima a Bari, dove la sera hanno alloggiato in un hotel. Lì li hanno rintracciati i carabinieri, allertati dai colleghi di Grassano, che avevano ricevuto la denuncia di scomparsa del marito. I due, però, con i carabinieri alla reception, sono riusciti a sgattaiolare fuori dall’albergo, prendendo un taxi alla volta della stazione ferroviaria con direzione Cervia-Rimini, in Romagna. Il movimento è stato visto dopo sui filmati delle telecamere dell’hotel, che hanno ripresa una scena piuttosto tranquilla, che non faceva individuare la dinamica della vittima con il carnefice. Una volta arrivati a Rimini, la donna avrebbe addirittura fatto shopping, fino ad accorgersi che la Carta di credito era bloccata: i soldi dell’amante erano già finti. Da lì l’idea di prendere il treno per Lido di Ravenna, dove abita una zia del giovane, che avrebbe potuto evidentemente ospitarli ed aiutarli.
La fuitina, però, si era interrotta sul lungomare, dove una pattuglia della Questura ha confrontato le foto segnaletiche dei due ricercati fermandoli. Lì sarebbe scattato il trappolone per l’uomo, perché la donna temendo la comprensibile reazione violenta del marito, avrebbe denunciato di essere stata sequestrata.
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