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A causa dell’emergenza siccità, la Coldiretti chiede un piano per gli invasi. In un anno la riserva d’acqua nelle dighe è diminuita del 18%
E’ ALLARME siccità. Lo scorso anno è sparito in Italia un litro d’acqua su cinque con un calo della disponibilità del 18%, che pesa su coltivazioni e stalle. Mancano foraggio e acqua per gli animali in un inizio 2024 che si è classificato come il più caldo di sempre. Con una temperatura superiore di 1,84 gradi alla media storica. E’ l’allarme lanciato da Coldiretti in occasione dell’incontro a Palazzo Rospigliosi a Roma organizzato con Anbi e Fondazione Univerde, nell’ambito della premiazione del concorso fotografico Obiettivo acqua. All’incontro erano presenti, tra gli altri, il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il segretario generale Vincenzo Gesmundo, assieme a Luca De Carlo, presidente Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare Senato, Aldo Mattia, membro della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, Francesco Vincenzi, presidente Anbi, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione Univerde, Nazario Palmieri, generale ComandanteCarabinieri Tutela Forestale e Parchi.
La situazione, riporta la Coldiretti, è gravissima al Sud. Qui sono ingenti i danni causati dalla siccità alle coltivazioni e nelle stalle. Gli allevatori sono sempre più in difficoltà a garantire l’alimentazione degli animali, con i pascoli bruciati e i pozzi secchi per l’assenza di pioggia.
Danni ingenti in Basilicata. Il persistere della siccità ha colpito le coltivazioni di cereali, durante la fase di fine accestimento, levata, botticella, spigatura, fioritura e le coltivazioni foraggere. Richiesto lo stato di calamità da Coldiretti Basilicata tanto che per domani, 16 maggio, hanno convocato un tavolo dalla Regione per contrastare una situazione drammatica. Grave siccità anche in Puglia e Sardegna, mentre in Sicilia il Governo ha decretato lo stato di emergenza. Una situazione drammatica dinanzi alla quale la Coldiretti rilancia la proposta di un piano invasi con pompaggio sul quale sono arrivate le prime risposte nell’ultimo Dl Agricoltura. Si tratta di un progetto immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo.
«L’obiettivo è raddoppiare la raccolta di acqua piovana – spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini -. Garantendone la disponibilità per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica. Contribuendo anche alla regimazione delle piogge in eccesso e prevenendo il rischi odi esondazioni». «Partendo da uno scenario generale sull’andamento climatico nel lungo periodo e da alcuni dati davvero molto preoccupanti, il governo Meloni ed il Parlamento un anno fa decidevano che era arrivato il tempo di agire, superando la logica delle emergenze ed avviando una seria programmazione in materia, approvando una legge che prevede disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche» ha detto il deputato di FdI Aldo Mattia, eletto in Basilicata.
«Con questa legge sono stati adottati finalmente provvedimenti strutturali (…) Il primo risultato della legge è l’istituzione presso la presidenza del Consiglio dei ministri di una Cabina di regia che esercita funzioni di indirizzo, coordinamento e monitoraggio per il contenimento e il contrasto della crisi idrica e, tramite un commissario straordinario, il Governo può intervenire direttamente. Ora lo strumento c’è. E anche se una legge da sola non risolverà tutti i problemi e non subito – ha concluso Mattia – la strada è finalmente imboccata».
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