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POTENZA – Avete presente quella cosa ascoltata da un amico, che l’ha saputa da un suo amico, che a sua volta, e così via, sempre amici di amici.
Ecco, quella catena capita – può capitare – anche quando di mezzo c’è una storia che ha per protagonisti due presidenti del consiglio, un ex ministro, una regione – la Basilicata – e un’idea del come si faccia promozione turistica.
La storia è quella del cartellone “Visit Basilicata” a Shanghai, raccontata da Matteo Renzi alla Leopolda nell’ottobre 2013. Sarebbe diventato presidente del consiglio solo nel febbraio successivo, ma da segretario del Pd fece infuriare persino l’ex governatore lucano De Filippo.
«Ma non è vero che bacchetta la Basilicata – spiegarono i renziani – spinge solo su un modello solo un’idea di “sistema Italia” da mettere a punto».
Oggi la polemica torna in voga: Renzi, questa volta in veste di premier, sta visitando il Mezzogiorno, Basilicata esclusa. Il video torna a circolare.
Chi già allora provò a fare ordine è Gianpiero Perri, direttore dell’Apt. Nel frattempo ha fatto ulteriori ricerche, ha scavato, incrociato fonti e ha scoperto che cosa c’è dietro la storia del cartellone all’aeroporto di Shangai. Visto che se ne riparla, tanto vale fare il punto. In dettaglio.
A proposto di quel cartellone «il fatto che da quando dirigo l’Apt cose del genere non potevano essere accadute non mi ha certo pacificato», scrive Perri sulla bacheca Facebook. E ci si è incaponito tanto rintracciare «un rapporto stenografico della seduta del 15 giugno 2006 della VII commissione parlamentare in cui Francesco Rutelli, ministro per i Beni e le attività culturali fa questa dichiarazione: “ricordo l’episodio che raccontò una volta, il mio buon presidente del Consiglio, Romano Prodi: sbarcato all’aereoporto di Dubai, prima di ogni altro cartellone si imbattè in un grande manifesto in cui campeggiava la scritta “Visitate la Basilicata”. Ora prima di arrivare in Basilicata, e persino a Roma, bisogna arrivare in Italia. Questo è mancato nel nostro Paese”».
Comincia così la storiella che poi si è trasformata in altro, quasi in certezza: Rutelli cita qualcosa che gli avrebbe detto Prodi.
Ricercando ancora, ecco spuntare fuori una notizia targata Trento, giugno 2007. «Mi ha raccontato un amico mio che arrivando al Golfo di Dubai si legge una grande scritta “Visit Basilicata” o “Visit Molise”…boh chissà che capiscono». È sempre Prodi l’autore della battuta che vuole così tornare su quel bisogno di sistema Italia anche nella promozione turistica. Il punto è un altro, però. Neanche Prodi – che l’anno successivo sarà citato da Rutelli – è sicuro del cartellone, né del contenuto né della regione protagonista. L’indicazione viene usata come spunto.
Basta poco a ingarbugliare un racconto e perderne le tracce: quella dichiarazione dell’allora presidente del Consiglio, sul Corriere della Sera, diventa una certezza: il cartellone a cui fa riferimento Prodi è a Dubai e parla di Basilicata.
«A un certo punto – scrive Perri – accade qualcosa. Dubai si trasforma in Shangai e il cartellone in “Visti Metaponto”».
Perri lo ha scoperto inbattendosi in una notizia pubblicata il 25 luglio del 2007 sul forum.termometro.politico.it, «che riporta il commento ironico di un giornalista del Frankfurte Allgemeine Zeitung che scrive: “per scatenare le risate nel settore turistico basta far riferimento ad un grande cartellone pubblicitario esposto all’aereoporto di Shanghai con la scritta Visit Metatponto. Eppure neanche molti italiani sanno dove si trova questa località balneare della Basilicata”».
Qualche anno dopo «nella versione di Renzi – ricorda Perri – invece a Shanghai c’è il cartellone “Visit Basilicata».
L’intreccio è questo, qualcuno dice, qualcuno riporta, qualcuno riprende. «Speriamo almeno che, come dice Voltaire, a furia di calunniare qualcosa di positivo resti, se non altro il ricordo del brand Basilicata, un pò di notorietà a caro prezzo, pardon, a prezzo di una bufala», ironizza il direttore dell’Apt.
Che promette di non fermarsi e di proseguire con questa ricerca,. caso mai riuscisse a imbattersi in un altro amico che dice di un amico.

 

 

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