4 minuti per la lettura
TOLVE – Non ci sta a passare per il “cattivo” della situazione. A seguito delle numerose critiche che lo hanno investito dopo la sua “rinuncia” a concludere la processione del Santo Patrono di Tolve, il primo cittadino Rocco Viggiano contrattacca non solo spiegando le ragioni del suo gesto, ma anche puntando il dito contro i vigili urbani. «Avrebbero dovuto sentirsi onorati e fieri di portare, nel giorno del Santo Patrono, lo stendardo del proprio comune» esordisce il sindaco. Secondo la ricostruzione del sindaco, la polizia locale «rifiutava di portare il proprio gonfalone, “affibbiandolo” – poco prima dell’inizio del corteo istituzionale verso il Santuario di San Rocco – ad una giovanissima ausiliaria del traffico, di un altro paese, venuta col suo sindaco per scortare il gonfalone del suo comune».
Solo il richiamo ufficiale, fermo e deciso di Viggiano ai propri vigili avrebbe fatto si che lo prendessero e lo portassero in processione.
Durante il percorso ecco che il sindaco va su tutte le furie. «Tutti avevano notato – spiega – che lo stendardo procedeva con l’asta inclinata, a volte poggiato sulla spalla e da sembrare trascinato di malavoglia, contrariamente ai gonfaloni degli altri paesi, che erano innalzati con orgoglio e con fierezza dai loro portatori». Un atteggiamento a detta del primo cittadino che «si stava procrastinando per tutto il percorso della processione».
Per questo motivo «ha preferito abbandonare il corteo lasciando la fascia tricolore ai componenti la giunta. La fascia è stata raccolta da un’assessore ed indossata dal vice sindaco». Certo – raccontano qualche testimone oculare – che il sindaco lasciando la fascia al suo vice Rocco Moles, abbia involontariamente urtato l’ex consigliere regionale Franco Mattia.
Viggiano ammette «l’errore del gesto, fatto in un momento di estrema concitazione» ma si sentiva «ferito e umiliato da questo atteggiamento irriguardoso e incurante delle istituzioni, della tradizione e della fede che tanti devoti hanno verso il nostro Santo Partono. La mia – ha aggiunto – è stata solo una reazione estemporanea ed impulsiva verso un atteggiamento irriguardoso della Polizia Locale che, incurante di essere osservata da tutto il paese e dai numerosi pellegrini affluiti per la festa, procedeva nella processione portando il gonfalone in maniera poco consona alla circostanza e al ruolo».
Inoltre ribadisce con forza che «non ho pronunciato nessuna espressione ingiuriosa” afferma il Sindaco, “né ho manifestato atti di disprezzo verso il tricolore della fascia, la cittadinanza e le istituzioni presenti».
Il sindaco tiene a precisare che «la pretesa che il gonfalone di Tolve fosse portato dalla Polizia locale di Tolve era dettata dalla consapevolezza che l’elevazione di tale stendardo non costituisce umiliazione o demansionamento di coloro che lo portano, ma deve essere motivo di onore e di orgoglio, per quanti lo innalzano, siano essi vigili, membri di associazioni o semplici cittadini».
Intanto sono diverse le attestazioni di stima e di vicinanza, pervenute al sindaco da parte dei cittadini «i quali hanno ben compreso la svolta che l’amministrazione comunale ha intrapreso pur eliminando le distorsioni da anni incancrenite anche nella polizia locale». Già la polizia locale. Probalmente quanto successo durante la processione è la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Probabilmente a esacerbare gli animi tra il sindaco e i vigili urbani la nomina del nuovo comandante.
Certo il gesto di Viggiano ha sollevato non poche polemiche. Primo fra tutto il suo “nemico” politico Pasquale Pepe che dalle pagine di facebook aveva chiesto a gran voce le sue dimissioni. «E’ da quattro anni che dice che mi devo dimettere – ha chiosato il primo cittadino – Non ne vedo i motivi». E aggiunge: «sono sicuramente in male fede quanti intendono soffiare sul fuoco evocando la retorica del simbolo vilipeso, restando però incuranti del fatto che il paese e i simboli vanno tutelati, nel rispetto dei ruoli istituzionali ed attendendo ciascuno ai propri compiti con lealtà ed onestà».
La “querelle” del gonfalone e le relative polemiche hanno un po’ oscurato il “successo” della festa non solo per la presenza del Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ma anche per il gran numero di persone che ha attirato a Tolve lo spettacolo “Forza Venite gente”.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA