3 minuti per la lettura
POTENZA – I ricchi affari di Emilio Caprarella col Comune di Melfi, e non solo questi. Perché a scavare tra atti e delibere della giunta sarebbe uscito anche dell’altro sui cui gli investigatori hanno deciso di andare fino in fondo. Ci sono i lavori della ditta Caprarella Emilio srl al centro dell’indagine dell’Antimafia sulle infiltrazioni dei clan nell’amministrazione della cittadina federiciana.
L’imprenditore 54enne è una vecchia conoscenza degli investigatori della Squadra mobile di Potenza.
Assolto nel processo “Penelope” dall’accusa di concorso esterno nel clan guidato dai fratelli Angelo e Vincenzo Di Muro, non aveva mai rinnegato l’amicizia con entrambi e il suo nome era comparso negli atti dell’inchiesta sulla morte di Giancarlo Tetta, che lo aveva incontrato la mattina del suo omicidio, ad aprile del 2008.
A luglio del 2010 e’ ritornato nel mirino degli inquirenti quando a parlare dei suoi presunti affari criminali è stato Alessandro D’Amato, l’ex camionista 43enne, reo confesso di 6 omicidi tra cui quello del boss Marco Ugo Cassotta nel 2007, e dei coniugi Gianfredi, trucidati a Potenza 10 anni prima.
D’Amato avrebbe indicato Caprarella come l’uomo che assieme al cugino, Nicola Lovisco, aveva propiziato il suo tradimento di Cassotta per passare coi rivali del clan Di Muro.
Per questo a dicembre dello stesso anno è finito in carcere con l’accusa di essere stato tra i mandanti dell’omicidio, e il relativo processo e’ tuttora pendente in appello dopo l’assoluzione e l’immediata scarcerazione incassata al termine del primo grado.
Ma qualche mese prima del blitz la ditta Caprarella Emilio srl, attraverso il Consorzio stabile Eragon, si era riuscita ad aggiudicare una commessa del Comune di Melfi da 1 milione e 876mila euro, per la realizzazione di 36 abitazioni di edilizia sovvenziata in contrada Sant’Abruzzese destinate ai cittadini che hanno perso la casa per il terremoto dell’80 e ancora vivevano nei prefabbricati. In piu’ a novembre del 2009 era arrivato il primo stralcio dei «lavori di adeguamento e messa in sicurezza dell’edificio scolastico Francesco Saverio Nitti,” in associazione con un’impresa di Napoli, per 1.114mila euro. Tutti appalti al massimo ribasso, risalenti all’amministrazione Navazio, che di recente sono tornati sui tavoli dei dirigenti del Comune per l’approvazione di alcune varianti: come quella da 49mila euro per «lavori complementari»; e quella da 17mila per «spostamento degli arredi e del materiale didattico» del complesso scolastico Nitti.
Mentre per le case di contrada Sant’Abruzzese sembra che siano saltati fuori imprevisti molto piu’ consistenti: come i 221mila euro per «i lavori di completamento della fornitura in opera di 5 imianti di ascensore e relative opere edili»; e i 166mila di «maggior costo per i noli dei ponteggi tubolari e piani metallici relativi ai lavori». Per un totale che supera di gran lunga un terzo del ribasso praticato in sede di gara. Anche la giunta comunale si è dovuta occupare dei problemi sui cantieri delle 36 case per gli ex terremotati dopo le dimissioni del direttore dei lavori. Un passaggio risolto con la “staffetta” tra questo e il responsabile del procedimento, che a maggio si sono invertiti nei ruoli con l’avallo del sindaco Valvano e dei suoi assessori. Emilio Caprarella è tuttora a processo per mafia assieme ai fratelli Di Muro, con l’accusa di aver messo in piedi clan che aveva preso di mira appalti e lavori edili nella città federiciana, come le opere del centro commerciale “La nave” e il progetto della nuova ala del cimitero comunale. Il tutto grazie a un sistema di imprese collegate gestite dai fratelli e da un loro uomo di fiducia, che sarebbe stato lo stesso Caprarella.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA