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«L’ingresso al Convicinio era sistematicamente a pagamento».
E’ una delle cose che sostiene il Comitato spontaneo Guide Turistiche di cui fa parte anche Luigi Mazzoccoli che commenta al “Quotidiano” le ultime vicende che hanno riguardato il Convicinio di Sant’Antonio nel Sasso Caveoso.
Non solo la situazione paradossale che si viveva ma anche la chiusura che ne è scaturita nella giornata di mercoledì da parte del Comune e le spiegazioni che sono state date e che parlavano di un contributo per i singoli che visitavano il Convicinio in cambio di una brochure.
«Sconcerto.
È questo lo stato d’animo provocato dalla lettura delle dichiarazioni rilasciate al Quotidiano da Leo Montemurro, segretario provinciale di Matera della CNA» scrive il gruppo di guide turistiche.
«Che candidamente ammette, pur nella sua posizione istituzionale, la gestione abusiva di un sito monumentale di proprietà del Comune di Matera, che a sua volta lasciava fare per “una sorta di tacito assenso”.
Se non fosse che è tutto scritto nero su bianco su una pagina di giornale, sarebbe assolutamente incredibile: un’illegalità diffusa, promossa da un’associazione di categoria e avallata dalla principale istituzione cittadina! Stando così le cose, ci sarebbe materiale in abbondanza per la Procura della Repubblica».
«E anche per la Guardia di Finanza. Contrariamente a quanto sostiene Montemurro infatti – e come testimoniato dall’impeccabile inchiesta di Antonella Ciervo pubblicata sul Quotidiano di mercoledì – l’ingresso era sistematicamente a pagamento per la somma di 2 euro, sia per gruppi che per singoli, con rilascio di biglietti. Altro che contributo volontario! (Eloquente il cartello nella foto)».
«Chi ha incassato queste ingenti somme di denaro per tutti questi anni? Si attendono risposte, su questo ed altri inquietanti interrogativi che nascono dalla constatazione di quanto l’abusivismo e l’illegalità siano diffuse nel turismo a Matera».
Insomma un’ulteriore puntata di una questione che continua a tenere desta l’attenzione e che ha tirato fuori una situazione che certamente andava e va affrontata in una misura diversa, molto diversa.
«E a proposito, quel Salvatore Adduce che nei giorni scorsi ha dichiarato a tv e giornali che i cosiddetti “promoter” operano in perfetta legalità è lo stesso Salvatore Adduce, sindaco di Matera, che esattamente 3 anni fa (il 9 agosto 2011) firmò l’ordinanza che rendeva illegale la loro attività, definendolo un “fenomeno che pregiudica l’immagine di Matera e non è coerente con la vocazione turistica della città”?
Aggiungendo poi: “Non è più possibile continuare ad osservare il reiterato comportamento di coloro che, anche a bordo di ciclomotori, si intrattengono nelle zone di accesso alla città ed ai rioni Sassi, spesso dichiarando di svolgere un servizio per conto del Comune, in attesa del passaggio di autoveicoli di turisti per offrire, anche con insistenza e prepotenza, visite guidate o altre informazioni, dietro compenso”».
Insomma ancora una nuova contraddizione rispetto ad una situazione che in questo momento rimane in primo piano e che porta la città di Matera a dover riflettere in maniera complessiva sulle situazioni di gestione ed utilizzo dei siti turistici e soprattutto a tenere in debito conto fenomeni che ci sono sul territorio e che vanno regolamentati ed affrontati attraverso un vero e proprio intervento complessivo.
p.quarto@luedi.it

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