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POTENZA – Servirà una nuova gara per affidare l’appalto da quasi oltre un milione di euro all’anno per la manutenzione degli impianti elettrici del San Carlo.
Lo ha deciso il Tar di Potenza accogliendo il ricorso presentato dai legali della Impes service srl dei fratelli Francesco e Michele Somma: Raffaele e Rocco De Bonis.
Per i magistrati di via Rosica non ci sarebbero state le «condizioni giuridiche di adesione alla convenzione Consip», che è la centrale di committenza del Ministero dell’Economia a cui per legge devono rivolgersi tutti gli enti del servizio sanitario per l’acquisto di beni e servizi relativi a un serie di categorie merceologiche.
Tra queste c’è anche un «multiservizio tecnologico integrato con la fornitura di energia per gli immobili adibiti ad uso sanitario», che assicura «servizi tecnologici per gli impianti elettrici e di illuminazione con miglioramento dell’efficienza energetica, antincendio e di trasporto verticale ed orizzontale ed anche i servizi di minuto mantenimento edile e di gestione dell’anagrafica tecnica».
Né più né meno che l’oggetto del vecchio appalto per il «servizio di esercizio e manutenzione degli impianti elettrici e speciali», devono aver pensato al San Carlo, “scottati” dalla guerra a colpi di carte bollate esplosa sulla gara bandita nel 2011 tra i vincitori, l’Ati Impes-Gievve, e i secondi arrivati dell’Ati Consorzio cooperative costruzioni e Geraldi impianti.
Di qui la decisione degli inizi di marzo di aderire alla convenzione, che per ospedali e aziende sanitarie di Puglia e Basilicata prevede l’affidamento della gestione al colosso Manutencoop, salvo sempre subappalti, e col vincolo della riassunzione dei lavoratori già impiegati in precedenza dagli “uscenti”.
Ma a questo punto si sarebbero cominciati a materializzare i problemi perché di 23 tecnici in servizio con Impes e Gievve, Manutencoop prevedeva di impiegarne solo 14 con un taglio netto del servizio.
«Dopo la presentazione da parte della Manutencoop Facility Management S.p.A. della turnazione di lavoro – scrivono i giudici del Tar Basilicata – il responsabile del settore manutenzione impianti elettrici del San Carlo veniva a conoscenza della circostanza che la predetta Convenzione Consip, Lotto numero 7, prevedeva una turnazione di lavoro dalle ore 7,00 alle ore 21,00 di ogni giorno feriale ad esclusione del sabato, con la reperibilità ed il pronto intervento entro 45 minuti nella fascia notturna dalle ore 21,00 alle ore 7,00 e nei giorni di sabato e festivi». Una turnazione che a detta del responsabile del settore «non garantiva adeguatamente la sicurezza degli impianti elettrici e speciali, presenti nell’Ospedale San Carlo, soprattutto di quelli connessi alle attività d’urgenza e di alta specializzazione, che venivano espletate nella Regione Basilicata soltanto presso tale struttura sanitaria».
Così ad aprile la direzione generale lucano ha deciso di ampliare l’oggetto dell’affidamento estendendo la turnazione di lavoro «24 ore su 24 per tutti i 365 giorni dell’anno, con conseguente aumento del prezzo contrattuale da 5.936.580,83 euro (compreso l’Iva del 22%) a 7.652.072,58 euro, per l’impiego di 5 ulteriori unità di personale» nel maggiore nosocomio lucano, lasciando la reperibilità notturna soltanto per il presidio di Pescopagano. Ed è proprio questa l’operazione censurata dal Tar.
Secondo i magistrati è corretto l’«affidamento mediante trattativa privata dei servizi complementari non compresi nel contratto iniziale, che non superano il 50% dell’importo originario dell’appalto e che, in seguito ad una circostanza imprevista, sono diventati necessari e “non possono essere separati, sotto il profilo tecnico ed economico, dal contrato iniziale, senza recare gravi inconvenienti alla stazione appaltante ovvero, pur essendo separabili dall’esecuzione del contratto iniziale, sono strettamente necessari al suo perfezionamento». Ma purché si tratti di circostanze davvero impreviste, mentre in questo caso si potevano prevedere eccome «in quanto l’azienda ospedaliera nei precedenti appalti aveva sempre aggiudicato il servizio di gestione e manutenzione degli impianti elettrici dell’Ospedale San Carlo, garantendo una copertura 24 ore su 24 per tutto l’anno».
D’altro canto è impensabile spezzettare la commessa in due perché comporterebbe «delle inevitabili e gravi disfunzioni e/o inconvenienti, che possono essere evitati soltanto con l’affidamento del servizio nella sua interezza ad un unico appaltatore».
Dunque non resta che bandire una nuova gara, a meno che il responsabile del settore manutenzione non riveda la sua opinione, e c’è da giurarci che anche questa volta Impes ci sarà.
l.amato@luedi.it
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