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POTENZA – In 5 avrebbero copiato, ma hanno passato l’esame comunque. E in 3 sono già in servizio come presidi in altrettanti istituti scolastici di Potenza e Tricarico. Anche chi si è fatto scoprire col vocabolario imbottito di “pizzini”. A impedire che i ragazzi facciano lo stesso.
Sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, falso e plagio i 9 destinatari dell’avviso di chiusura delle indagini della procura di Potenza sul concorsone per dirigenti bandito nel 2008.
Si tratta in primis dei membri della commissione d’esame composta dal presidente Antonio Sergio De Franchi, professore Unibas e direttore del dipartimento di scienze dei sistemi colturali, forestali e dell’ambiente, più un dirigente tecnico dell’ufficio scolastico regionale, Francesco Fasolino, e il preside dell’Istituto tecnico Da Vinci di Potenza, Adele Trotta. Assistiti da Marcello Marino come segretario. Poi ci sono i presunti “copioni”: Rosanna Papapietro, Rocco Garramone, Carmela Cafasso, Giovanni Latrofa e Giosuè Ferruzzi.
Marino è accusato di aver scoperto Rosanna Papapietro, con «un vocabolario contenente all’interno fascicoletti dattiloscritti» durante la prova scritta che si è tenuta a dicembre del 2011. A quel punto avrebbe dovuto escluderla, invece si è limitato a sequestrarle quei foglietti, così da settembre del 2012 dirige l’Istituto d’istruzione superiore “Carlo Levi” di Tricarico.
Con De Franchi e gli altri membri della commissione Marino è accusato anche di falso per aver messo a verbale l’8 marzo del 2012 «l’elaborazione della griglia di valutazione della seconda prova scritta» che era già sul sito dell’ufficio scolastico regionale da due settimane.
Per loro si ipotizza anche il reato di abuso d’ufficio in concorso perché in pratica avrebbero fatto finta di non vedere alcune evidenti scopiazzature negli elaborati della Papapietro, sempre lei, della Cafasso, che da settembre del 2012 dirige l’istituto comprensivo Milani di Potenza e di Giovanni Latrofa, nominato preside del liceo scientifico Pasolini solo quest’anno grazie a uno scorrimento di graduatoria. Come pure di altri due idonei rimasti fuori sia dai 22 immessi subito nel ruolo che dai 15 immessi in seguito, ma che sperano ancora in un ripescaggio: Giosuè Ferruzzi e Rocco Garramone, 42simo e 62simo su 62.
Gli investigatori hanno evidenziato brani interi negli elaborati della Papapietro e di Ferruzzi ripresi da due diversi manuali di preparazione all’esame. Più altri ricorrenti in quelli di Latrofa, Garramone e della Cafasso che sarebbero stati mutuati «da una fonte comune non citata».
Le indagini sono state condotte dal pm Gerardo Salvia, che ha coordinato il lavoro dei militari della sezione di polizia giudiziaria dei carabinieri di Potenza.
l.amato@luedi.it
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