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POTENZA – Non c’è pace all’Agenzia regionale per l’Ambiente. Alle accuse che periodicamente arrivano dall’esterno, adesso si aggiungono anche i veleni interni. I sindacati sono sul piede di guerra. Le sigle di categoria chiedono interventi urgenti all’assessore Berlinguer e al presidente Pittella. Denunciano la “situazione gravissima” che si sarebbe venuta a creare all’interno dell’Agenzia, con una gestione «sempre più padronale». Insomma, a distanza di qualche anno, pare proprio che ci risiamo. Proprio dall’affondo di Cgil e Uil, nel 2009 era cominciati i guai dell’ex Dg Sigillito. Oggi, la situazione è molto diversa. Ma per i sindacati le cose continuano ad andare male. Se la prendono direttamente con l’attuale direttore generale, Raffaele Vita. E chiedono una nuova guida, «che sia davvero all’altezza del difficile compito di rilancio dell’Agenzia». Qualche battibecco tra le parti c’era già stato nei mesi passati, ma le accuse non erano mai state così forti. Sintetizzabili in due concetti chiave: «eccessiva discrezionalità» e «immobilismo».
A far traboccare il vaso – secondo quello che riferiscono i segretari della tre sigle di categoria (Laurino, Locantore e Guglielmi) ci sarebbe una recente delibera di Vita che revoca i poteri gestionali del direttore amministrativo, nominato dallo stesso Dg solo un anno fa. Per Cgil, Cisl e Uil un atto per fare fuori un direttore avvertito come un “fastidio”, «solo per aver cercato di dare un valido contributo e porre le basi per quello che potrebbe essere un vero rilancio della struttura». Descrivono una situazione interna segnata da «assoluta precarietà e incapacità di assolvere i compiti istituzionali». E ancora: uffici «nel caos e allo sbando», «laboratori ancora non accreditati», personale tenuto «in una condizione di assoluta incertezza». In cui, «anche il più grande senso di responsabilità non è più sufficiente a garantire il funzionamento dei servizi». «Anarchia gestionale che paralizza anche le attività». Un “j’accuse”, quello dei sindacati nei confronti di Vita, tutt’altro che morbido. Il direttore generale, però, si difende e spiega: tutto sarebbe dovuto a quel regolamento di organizzazione da lui predisposto di recente. Per i sindacati un regolamento “fantascientifico”. Per giunta, «in palese violazione delle norme di legge», in cui «si istituiscono in un numero spropositato figure di direttori di struttura, di dirigenti semplici e di posizioni di alta responsabilità». Il dg, «avrebbe fatto bene a fra funzionare l’Agenzia, a partire dall’assegnare gli incarichi agli attuali dirigenti mettendoli nelle condizioni di poter far camminare la macchina tecnica ed amministrativa». Ma per Vita lo scatto dei sindacati sarebbe stato determinato propri dall’aver messo mano alla pianta organica. «Una riorganizzazione necessaria per accompagnare quel processo di trasformazione e rilancio dell’Agenzia che rispetto a qualche anno fa ha fatto grandissimi passi avanti: abbiamo un utile di due milione di euro, guadagnando una credibilità che prima non avevamo. Dal mio arrivo, tre anni fa, come prima cosa ho pensato al risanamento economico dell’Agenzia. Mettere mano al regolamento era complesso e richiedeva tempo. Una proposta l’avevo inviata già più di un anno e mezzo fa, quando assessore all’Ambiente era Vilma Mazzocco. Ma il Comitato regionale d’indirizzo mi chiese di aspettare, in vista della riforma. Nel frattempo avevo portato avanti qualche cambiamento. Solo che io, invece, di aumentarle, le direzioni le ho ridotte, proprio nell’ottica della razionalizzazione che era la priorità.
Oggi, il nuovo regolamento, finalmente risolve anche il problema organizzativo. Ma certo è assurdo che ora i sindacati tentino di difendere il vecchio regolamento, adottato dalla precedente direzione generale, da loro stessi contestato». Sulla vicenda del direttore amministrativo, Vita chiarisce pure: «Non si tratta di una revoca d’incarico. Ho semplicemente sospeso il potere di determina, visto che l’Agenzia oggi, a causa dei mancati trasferimenti da parte della società, non può sostenere spese. Era nei mei poteri, visto che si tratta di un incarico di natura fiduciaria».
Di mezzo c’è anche il fatto che tra qualche mese l’incarico del Dg andrà a scadenza, dato l’insediamento del nuovo Consiglio regionale. E non è affatto chiaro cosa la Giunta abbia in mente per il futuro dell’Arpab. Vita potrebbe restare ma anche andare via.
m.labanca@luedi.it
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