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VIBO VALENTIA – Tutti prosciolti, chi per non aver commesso il reato contestato, chi perché il fatto non costituisce reato. Sono gli ex amministratori del Comune di Tropea finiti davanti al gup Gabriella Lupoli con l’accusa, a vario titolo, di falsità materiale e falsità ideologica commesse da pubblici ufficiali, falsa attestazione o dichiarazione di un pubblico ufficiale sull’identità o su qualità personali proprie.
Il Gup ha accolto le richieste del collegio di difesa degli indagati. Non luogo a procedere, dunque, per Francesco Addolorato, di 51 anni; Saverio Caracciolo (41), Giuseppe De Vita (67), Vito Piccolo (63), Lucio Ruffa (47), Mario Sammartino (55), Francesco Pontorieri (70) e Matteo Mazzitelli (60). Tutti, tranne Pontorieri, dirigente del Comune, ricoprivano la carica di assessori e consiglieri sotto la giunta guidata da Gaetano Vallone.
Le indagini erano partite nel 2012 quando il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Vibo Valentia aveva rilevato come gli indagati fossero debitori verso il
Comune per tasse non pagate. Un debito, secondo l’accusa, che aveva una forbice compresa tra 610 e 16 mila euro per l’accumulo delle tasse sui rifiuti, sull’acqua e dell’Ici.
Agli imputati ora assolti era stata contestata anche l’ineleggibilità perché secondo l’accusa erano debitori nei confronti dell’ente alla guida del quale si erano candidati ma secondo l’accusa avevano omesso di dichiarare quello che era ritenuto motivo di incompatibilità con la carica.
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