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MATERA – Un filo di lana per cambiare vita. Il merito è del progetto “Intreccidarte” del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali a cui ha partecipato l’Aide (Associazione indipendente donne europee) presieduta da Anna Selvaggi.
Attraverso una tecnica chiamata “nodo di Ghiordes”, 10 donne hanno potuto imparare tecniche di tessitura insegnate nel corso di incontri di formazione a Matera, da alcune artigiane siciliane.
Metodi simili a quelli degli arazzi che, ispirati ad artisti contemporanei, sono diventati pezzi unici in mostra, fino al 12 maggio nella hall del palazzo della Provincia.
«La legge 125 – spiega Anna Selvaggi – ha finanziato questa iniziativa che ha consentito a due socie di costituire una ditta. I lavori previsti erano 10, ma noi ne abbiamo realizzato uno in più, riproducendo il logo di Matera 2019, che doneremo al Comune. Le opere sono il risultato del primo corso di formazione, ma vogliamo sperare che venga finanziata anche la seconda parte, in modo da completare il percorso professionale di queste donne».
Due mesi di lavoro e tanta passione per fare in modo che piccoli nodi di lana, composti da tre fili, inseriti nell’ordito, seguano perfettamente il disegno di base. E’ così che le “autrici”, donne che alle spalle hanno a volte storie molto difficili, sono riuscite a superare il disagio, guardando avanti attraverso quei colori e le opere dei grandi dell’arte che hanno rappresentato l’ispirazione naturale.
Marianna D’Aquino e Ottavia Riccardi hanno aperto la loro ditta individuale, artigiana che diventerà così opportunità occupazionale. La sede, per ora, è nei locali dell’Aide in via Nazionale, ma il segnale forte che lanciano è quello di non avere paura, di saper costruire molto anche con oggetti semplici come i fili di lana colorati.
«Possiamo riprodurre qualsiasi tipo di immagine – spiega Marianna – e trasformarlo in un pannello».
Colori, atmosfere e realizzazione, viaggiano di pari passo con l’entusiasmo per questa nuova avventura che l’Aide ha sostenuto e voluto, tanto da meritare il primo premio, in Italia, fra i progetti di “Intreccidarte”. «Una bella soddisfazione – spiega ancora Anna Selvaggi – che però non deve farci riposare sugli allori. Il finanziamento di un secondo corso, per migliorare le competenze, è necessario e ci consentirebbe anche di ampliare questo meccanismo anche ai bambini, alle detenute o ai disabili.
Non vogliamo che questo bel progetto si fermi dopo la mostra».
Mariangela Giudicepietro aggiunge: «Il progetto nasce con la formazione, grazie a docenti giunte dalla Sicilia. In seguito ci siamo occupate della fase di nascita dell’impresa, infine della commercializzazione del prodotto».
Fiere specializzate, esposizioni itineranti serviranno a fare in modo che il prodotto possa avere una adeguata promozione». Ecco le artigiane che hanno realizzato i pannelli: Federica Spadavecchia, Otavia Riccardi, Lucia Di Cuia, Chantal S. Asomotchova, Olga Casiello, Khoudia Wade, Mariangela Gammarota, Arcangela Moretti, Anna Onorati, Marianna d’Aquino.
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