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PETILIA POLICASTRO (KR) – Petilia ricorda con un monumento la testimone di giustizia Lea Garofalo, uccisa nel novembre 2009 dalla ‘ndrangheta ed il cui corpo fu fatto sparire e ritrovato anni dopo. La cerimonia di inaugurazione del monumento voluto dall’amministrazione comunale è iniziato con la lettura da parte di Giovanni Ierardi, presidente comitato promotore, di un messaggio del presidente del Senato Piero Grasso il quale ha ricordato come «era il 24 novembre 2009 quando la testimone Lea Garofalo veniva prima rapita, torturata e poi uccisa per aver denunciato i crimini del clan Cosco a cui il suo compagno apparteneva. Tutti noi abbiamo il dovere di ricordarla. Lea e Denise – ha aggiunto ancora Grasso – per tutti noi rappresentano una speranza».
IL MINISTRO LANZETTA: «LE DOBBIAMO GRATITUDINE E RISPETTO» – Presente all’inaugurazione del monumento dedicato alla testimone di giustizia, il ministro per gli Affari Regionali, Maria Carmela Lanzetta ha riconosciuto come «Lea Garofalo è stata una donna coraggiosa. A lei dobbiamo gratitudine e rispetto per la scelta di riscatto che ha pagato con la sua stessa vita. Se vogliamo rendere giustizia alla sua battaglia, privata e pubblica – ha aggiunto il ministro – dobbiamo continuare a parlare di lei, a ricordare sempre, nelle scuole, nelle piazze, nei luoghi istituzionali, il suo gesto, la sua scelta di dire ‘no’, perché la criminalità organizzata si sconfigge solo con l’aiuto di una coscienza civile diffusa e solo se l’opinione pubblica viene a conoscenza dei fatti, dei loro protagonisti. Con la giornata di oggi la nostra terra restituisce qualcosa ad una persona, ad una donna cui deve molto. Lea è stata brutalmente uccisa perché aveva avuto il coraggio di parlare, di interrompere la catena di violenza e silenzi nella quale era cresciuta e dalla quale voleva liberare se stessa e sua figlia Denise. Si era ribellata scegliendo di affrontare un percorso difficile e troppo spesso in solitudine come quello del testimone di giustizia. Per ricordarla con il rispetto che merita – ha detto ancora il ministro – le istituzioni hanno il dovere di continuare a raccontare la sua storia. Dobbiamo farlo qui, in Lombardia dove è stata uccisa, e in tutto il Paese, perché il contributo che ha reso alla verità e alla giustizia con il sacrificio della sua vita non sia vano». All’inaugurazione del monumento a Lea Garofalo è intervenuto anche il sottosegretario al Lavoro, Franca Biondelli. «Non ho mai conosciuto Lea e Denise – ha detto – ma ho conosciuto la loro storia e sono sicura che la porterò sempre nel mio cuore. Anzi, il loro esempio, mi fa essere orgogliosa di essere donna. Perché sono le donne così che fanno grande l’Italia».
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