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POTENZA – Se ne dovrà discutere la settimana prossima in Senato della risoluzione licenziata dalla Commissione Ambiente riguardo royalties ed estrazioni petrolifere. E due sono i punti fondamentali: una moratoria per le estrazioni nell’Adriatico e nel Mediterraneo, visti anche i casi di prospezioni abusive nelle tra Sardegna e Baleari, proprio al confine con le acque territoriali, e accaparrarsi in termini di royalties almeno il 50% della produzione delle società petrolifere che operano invece sul suolo italiano. La questione è che il sensibile aumento sulle royalties sarà destinato esclusivamente a chi si appresta a fare nuove estrazioni. Contestualmetne bisognerà accentrare la questione con la modifica del titolo V.
L’iter dells risoluzione è iniziato a luglio in commissione Ambiente, in tutto questo tempo il presidente Giuseppe Marinello del Nuovo Centrodestra ha preferito fare audizioni e parlare con i diretti interessati. «Abbiamo previsto – ha detto Marinello – una moratoria sulle attività estrattive di idrocarburi liquidi, un sensibile aumento delle royalty per tutte le attività di nuova coltivazioni e una forte e determinata partecipazione degli enti locali nell’iter autorizzativo.
Lo scopo è salvaguardare interessi strategici ed economici del nostro Paese, con l’esigenza prioritaria della reale tutela dell’ambiente. Si tratta di un importante passo avanti su una controversa e difficile problematica che deve, a nostro avviso, con questo atto, risarcire in qualche modo anche i territori e le popolazioni». Dunque con l’accentramento della gestione dell’energia dovrebbe arrivare, sempre se la risoluzione sarà approvata, un sensibile aumento delle royalties. L’obiettivo sembra chiaro: fare in modo che non solo le regioni petrolifere possano incassare “benefici” dalle estrazioni.
v.panettieri@luedi.it
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