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MATERA – «Non so che dire, mi sento molto scoraggiato». Saverio Vizziello ha un filo di voce, poca voglia di parlare e la constatazione che i risultati e i riconoscimenti raggiunti con il Festival Duni nel corso degli anni non hanno pagato in termini di adeguata attenzione istituzionale.

«Non posso dire ciò che non so, può darsi benissimo che ci sia qualcosa che mi sfugge ma di certo non essere ricompresi, citati in una delibera sugli eventi culturali mi lascia molto scoraggiato sul lavoro fatto e da fare.

Un chiarimento ci sarà ma certo ora mi sento abbastanza abbattuto, perchè come Festival Duni siamo gli unici che hanno ottenuto un riconoscimento a livello di spettacolo dal Ministero, abbiamo avuto oltre novemila presenze nei concerti recenti con Bregovic e Capossela e abbiamo anche una serie di sponsorizzazioni private che mettiamo in campo.

Parliamo di un impegno tangibile perchè si tratta di spettacoli che hanno un costo, 15-20 euro a biglietto, e dunque il riscontro in termini di presenze e di scelta ed apprezzamento del pubblico è concreto.

Non capisco a cosa vale questo impegno, se un Festival che ha questi risultati, questi riscontri e che si sostiene anche da solo con l’80% dei biglietti venduti non debba essere ricompreso tra gli eventi a cui dare un contributo».

Vizziello non si lancia in accuse o recriminazioni ma lascia trasparire un’amarezza che risulta evidente dalla mancata considerazione per il lavoro che è stato fatto in questi anni in termini di impegno e risultati e che non trova il riscontro e l’attenzione attesa.

Poi magari anche il Festival Duni, così come è successo per l’Onyx viene ricompreso come voce in una voce più altre “Le altre musiche” che nella delibera richiede 35.000 euro. Di fatto potrebbe essere questa un’ipotesi che però non fa altro che deviare la questione ed il problema anche rispetto al ruolo ed all’identità delle singole manifestazioni e dei singoli eventi.

Un concetto chiarito nei giorni scorsi dall’Onyx (“Non sanno nemmeno come ci chiamiamo”) e che in qualche modo si ritrova  anche in questo tipo di contesto che riguarda il Festival Duni. «Non capisco perchè ci sono eventi che vengono citati e che evidentemente hanno una loro dignità ed altri invece che non ci sono. I chiarimenti? Di sicuro ci saranno nel corso dei prossimi giorni, ma non è quello che mi interessa. E’ che andare avanti diventa difficile. Oggi sono scoraggiato, tutto qui. Il mio è solo uno stato d’animo».

Il malessere su questa questione continua a montare, sono diverse le associazioni che non vogliono uscire allo scoperto ma che preferiscono tenere i toni bassi ma in realtà i sentimenti di preoccupazione non mancano e non sono stati, probabilmente, sufficienti a risolvere la situazione le parole con le quali sabato scorso il sindaco Adduce ha provato a far capire che le preoccupazioni sono normali ma che c’è anche lo spazio per risolvere tutte quante le questioni sul tappeto.

«La fase di transizione», aveva spiegato il primo cittadino, «tra il vecchio modello di assegnazione dei contributi regionali alle associazioni culturali e uno ancora da costruire ha creato qualche giustificata preoccupazione fra gli operatori» aveva spiegato il sindaco. «Nei prossimi giorni avremo modo di chiarire ogni cosa.

Mi preme tuttavia mettere in evidenza che a fronte delle risorse economiche che speriamo la regione Basilicata ci affiderà, nessuno degli eventi storicizzati che abbiamo sempre sostenuto sarà mai trascurato.

La delibera richiamata dalle associazioni culturali raggruppa gran parte degli eventi storicizzati per macro aree tematiche.

Quindi nessuna esclusione. Ricordo che anche qualche anno fa, nel passaggio dai Pisu ai Piot, la nostra amministrazione non ha trascurato nessuno». Vedremo se saranno state parole sufficienti a tranquillizzare.

Di certo però le associazioni ad oggi rimangono molto preoccupate.

p.quarto@luedi.it

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