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VIBO VALENTIA – La Corte di cassazione ha annullato con rinvio la decisione della Corte d’Appello con la quale era stata confermata la confisca di beni ritenuti di proprietà o riconducibili ad Antonio Mancuso, 76 anni, ritenuto uno dei capi storici dell’omonima cosca della ‘ndrangheta di Limbadi. I giudici della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso presentato dall’avvocato Giuseppe Di Renzo.
Il provvedimento di sequestro era stato adottato dal Tribunale di Vibo Valentia ai sensi della normativa antimafia ed aveva interessato, oltre a diverse unità immobiliari (73 appezzamenti di terreno e 6 fabbricati,) site nella località turistica di Nicotera, rapporti bancari ed il compendio di un’azienda agricola, intestata alla moglie. La corte d’Appello di Catanzaro aveva ordinato la confisca provvedendo, tuttavia a disporre la restituzione di due unità immobiliari perchè divenute patrimonio di Mancuso per usucapione.
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