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POTENZA – La polemica non accenna a placarsi. Mai proposta di legge regionale fu così osteggiata, discussa e contestata. Un successo al contrario per il Consiglio regionale che di fatto ancora è alla fase iniziale. A fare gli statistici si può dire, senza rischiare di essere smentiti, che sono più le critiche che gli incoraggiamenti e le condivisioni alla proposta di legge presentata dai consiglieri regionali Autrelio Pace e Luigi Bradascio (ma firmata da numerosi altri trasversalmente ai partiti). Disegno di legge che attraverso l’istituzione di un “Fondo per la vita” con l’erogazione di 250 euro garantirebbe sostegno alle donne che rinunciano all’aborto.
Ma a favore o no la questione è diventata enorme. In pratica sono decine e decine gli interventi e le prese di posizione. E soprattutto le critiche sono veementi. L’auspicio è che martedì in Consiglio regionale (è prevista la riunione da calendario) si faccia un pò di chiarezza. Ad ogni modo ieri c’è stata anche la dichiarazione dell’assessore alla Sanità di Basilicata, Flavia Franconi. E in linea con quanto espresso 24 ore prima dal presidente della Regione, Marcello Pittella, l’assessore ha preso le distanze dalla proposta di legge. Andando anche al di là delle proprie prerogative. Ma è evidente che la questione è andata così avanti che il governo regionale vuole stoppare le pole miche il prima possibile. In più la Franconi essendo “donna” ed essendo stata “tirata” nel dibattito da più parti deve aver preferito rompere il silenzio. In particolare l’assessore esprimendo perplessità sulla proposta di legge ha aggiunto: «Un argomento così delicato richiede certamente approfondimenti e confronti ampi, che difficilmente possono esaurirsi nello spazio di una seduta di commissione». E quindi aggiunge: «A colpirmi sono state soprattutto l’impostazione complessiva del provvedimento, le tesi a sostegno della proposta stessa che sembrano, in alcuni tratti, quasi demonizzare l’aborto, elevandolo a causa dello spopolamento della terra lucana e prima causa di morte in Europa». «Nel corso della mia carriera professionale ed umana – ha aggiunto – mi sono imbattuta spesso in donne che hanno dovuto ricorrere all’aborto. Ho conosciuto i loro racconti e le loro drammatiche scelte, quasi mai frutto di un problema economico, e certamente non risolvibili con l’assegnazione di un voucher mensile, peraltro di così modesta entità. Il problema semmai più ampio che va affrontato é quello dell’aiuto alle donne ed alle mamme in difficoltà, non solo a quelle che compiono la scelta di non abortire. Su questo nel prossimo futuro ho intenzione di lanciare diverse iniziative che vedranno coinvolta la società civile. Nel pomeriggio ho poi raggiunto telefonicamente il Presidente Pittella, al quale ho lanciato una mia proposta che possa consentire, proprio per l’assenza di donne in consiglio, di manifestare la sensibilità femminile nelle scelte che riguardano la famiglia. Ritengo che, sentendo gli uffici preposti, si possa immaginare senza troppi problemi, la presenza di una componente del mondo femminile nelle sedute di commissione che dovranno occuparsi di argomenti così complessi e sensibili».
Ma c’è stata anche la difesa della proposta di legge. E’ intervenuto infatti, il consigliere regionale di Realtà italia, Paolo Galante che ha spiegato: «Va discussa perché ha ottime basi di partenza e non va lasciata morire nei meandri della burocrazia e del moralismo poiché può essere in grado di dare un concreto ed efficace sostegno alla Maternità». Per Galante, quindi «l’iniziativa legislativa ha un ottimo fondamento di partenza perché tende a dare un aiuto concreto a quelle donne in difficoltà che altrimenti si vedrebbero private della possibilità di mettere al mondo un figlio, anche se appare necessario ed utile sviluppare un articolato ed esaustivo dibattito che coinvolga la società civile di Basilicata».
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