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PER tre giorni sono stati costretti, muniti di portatili, a lavorare in un locale pubblico dotato di wi-fi perché nella loro sede non c’era connessione internet.
Penalizzata dal disservizio di Telecom l’agenzia “Scai comunicazione” di Potenza.
Tutto lo staff, nonostante le innumerevoli telefonate di reclamo, anche ieri mattina ha dovuto fare armi e bagagli e traslocare da “Cibò” per riuscire a lavorare.
E se magari il primo giorno può essere stato tutto sommato piacevole lavorare “fuori sede” in quello che è il locale potentino dove è facile sentirsi di casa, al terzo giorno l’insofferenza e la rabbia hanno avuto sicuramente il sopravvento.
«Anche perché – ha raccontato Michele Franzese, titolare di “Scai comunicazione” – noi come agenzia paghiamo a Telecom un abbonamento che, da contratto, prevede la risoluzione di ogni problema o guasto in un tempo massimo di 24 ore».
Ventiquattr’ore belle e passate senza che la connessione sia stata ripristinata.
«Ci hanno assicurato – ha aggiunto Michele Franzese -che entro stasera (ieri per chi legge n.d.r) la connessione dovrebbe essere ripristinata ma staremo a vedere».
Per tre giorni, infatti, era stata assicurata la risoluzione del problema e, invece, così non è stato.
Quanto accaduto allo staff di “Scai comunicazione” però non è un caso isolato. Anche altri cittadini hanno lamentato, infatti, l’assenza di collegamento alla rete internet di Telecom Italia. Insomma anche l’assenza di connessione può essere annoverata tra quei fattori che penalizzano le imprese a prescindere dal settore in cui operano.
Se poi si tiene conto che, nel caso specifico, si tratta di un’impresa che della comunicazione ha fatto il suo business oltre al danno c’è anche la beffa. Delle due l’una: o “Scai” deve interrompere le comunicazioni o si vede costretta per potere comunicare a chiedere ospitalità ai proprietari di “Cibò”.
a.giammaria@luedi.it
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