2 minuti per la lettura
«I DATI sulla Basilicata sono disarmanti per quanto riguarda il ricorso alla discarica e non a forme di recupero, riciclo e riutilizzo della materia prima della raccolta rsu che differenziano i cittadini».
E’ quanto afferma Noscorie Trisaia commentando l’incontro che si è tenuto sabato all’Istituto Tecnico commerciale Manlio Capitolo di Tursi sul tema rifiuti e sostenibilità.
«La Basilicata pur essendo la regione italiana che produce procapite meno rifiuti di tutti, 371 Kg/abitante (Ispra 2012), è la prima che fa ricorso all’utilizzo della discarica per circa l’83% dei rifiuti prodotti (dati Ispra 2010) e circa un 12% per l’incenerimento».
Spiega il portavoce del comitato Felice Santarcangelo.
«Tutto questo mentre la Basilicata non ha alcun centro di compostaggio e digestione anerobica (Ispra 2011) e con 2 impianti di trattamento meccanico biologico (Ispra 2011)».
«Per la raccolta differenziata – prosegue Santarcangelo – la Basilicata si attesta intorno a circa il 22% (Ispra 2012) mentre il costo regionale per lo smaltimento dei rifiuti in discarica è superiore ai 100 euro per tonnellata insieme alla Campania, Liguria, Sardegna, Sicilia e Veneto. Le regioni che hanno costi medi tra i 70 e i 100 euro sono l’Abruzzo, la Calabria, il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, le Marche, il Molise e il Piemonte. Al di sotto dei 70 euro per tonnellata troviamo l’ Emilia Romagna, il Lazio,la Puglia, e la Valle d’Aosta. Con questi dati la Basilicata si conquista la maglia rosa per produzione di rifiuti pro-capite (rsu) e una maglia nera o nerissima per non aver saputo ottimizzare il recupero a freddo della materia prima prodotta ricorrendo allo smaltimento in discarica a costi elevati. Il tutto pesa ovviamente sulle tasche dei cittadini che avrebbero risparmiato se in questa regione lo smaltimento fosse stato nel recupero e nel riciclo dei rsu prodotti, come ampliamente dimostrato dai numerosi video proiettati nella sede dell’istituto tecnico a Tursi. Video che hanno interessato anche l’attuale discarica di Colobraro, discarica che richiede una messa in sicurezza immediata, a dimostrazione che le discariche sono un costo sociale anche quando quest’ultime sono chiuse. L’Ue impone all’Italia il raggiungimento di percentuali di differenzazione dei rifiuti pari al 65%. Il mancato rispetto di tali percentuali comporta pesanti sanzioni che saranno, inevitabilmente, scaricate sui cittadini».
«E’ notizia recente – insiste ancora No Triv – la condanna di alcuni amministratori locali a danno erariale per il mancato raggiungimento di un’ottimale differenziazione dei rifiuti».
Il tema dello smaltimento e dei costi che pagano i contribuenti saranno al centro di altri incontri settimanali: il 12 febbraio a Policoro e il 14 nella sala consigliare di Tursi dove ci sarà un incontro di cittadini, istituzioni e associazioni sul tema del costo dei rifiuti e sul progetto di costruire un’altra discarica di 95metri cubi nel vicino comune di Colobraro.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA