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ENTRANO nel vivo le indagini sul crollo della palazzina di vico Piave.

A venti giorno dall’evento drammatico, costato la vita ad Antonella Dina Favale, un’educatrice di 31 anni schiacciata dalle macerie, e la lunga convalescenza all’ingnegnere 57enne dell’Ufficio Sassi, Nicola Oreste, rimasto 13 ore sotto le macerie del civico 22, stamane si definirà il primo passo concreto nelle indagini.

Stamane alle ore 9, si terrà in Procura un incontro a cui sono ammessi a partecipare i legali dei dodici indagati, oltre a quelli delle 42 parti lese, compreso il Comune di Matera, i quali conosceranno i nomi del pool di Consulenti tecnici d’ufficio nominati dalla pm Annunziata Cazzetta, che coordina le indagini, per individuare le cause esatte del crollo.

Del pool faranno parte certamente il professionista barese Michele Colella e Caterina Di Maio, docente di Geotecnica all’università di Basilicata, oltre a ingegneri strutturisti e tecnici delle costruzioni.

In questa occasione, il pm renderà noti anche i quesiti a cui i Ctu dovranno dare risposte, anche gli indagati e le parti lese, attraverso i propri legali, potranno proporre l’acquisizione di ulteriori domande ed indagini, ma la loro ammissione in procedura sarà a discrezione del pm.

Le parti, infine, potranno affiancare al lavoro ed agli eventuali sopralluoghi dei Ctu della Procura, professionisti di loro nomina a propria garanzia dal momento che si dovranno compiere atti definiti dalla procedura irripetibili. Questo perchè si presume che in una fase immediatamente successiva alle perizie, la Procura disponga il dissequestro dell’area e la rimozione delle macerie, ovvero autorizzi la modifica dei luoghi per far rientrare a casa gli eventuali sgomberati nelle palazzine prospicienti, ed esperire le eventuali verifiche statiche su quelle limitrofe.

Quest’ultimo passaggio sarà compito del Comune. Non si conoscono, non essendo prevedibili, i tempi in cui verranno redatte e consegnate al pm le perizie dei Ctu, in quanto tutto è a discrezione dei tecnici, che potrebbero aver bisogno anche di alcuni mesi. Non si sa se già stamane ci sarà un primo sopralluogo, ma è più probabile un avvio dei lavori del pool da lunedì. La notifica degli avvisi di garanzia, lo ricordiamo, rappresenta solo un atto volto a garantire chi si ipotizza possa essere coinvolto nel procedimento giudiziario, durante lo svolgimento di questi atti irripetibili, proprio perchè non si possono più compiere nella fase di un eventuale processo avviato.

Per il momento risultano indagati per lesioni, disastro e omicidio colposo l’ingegner Nicola Oreste, ancora ricoverato in Rianimazione, e la moglie Ornella Cianfrone, comproprietaria dell’immobile; l’ingegner Maddalena Lisanti, funzionario dei vigili del fuoco come Domenico Masciandaro; il tecnico comunale Emanuele Lamacchia Acito e Delia Maria Tomaselli, dirigente del settore Lavori pubblici del Comune; l’architetto Rossella Bisceglie, insieme con Emanuele Taccardi, titolare e responsabile della sicurezza della ditta “Rieco”, che stava effettuando i lavori a piano terra. Poi il direttore del cantiere Paolo Francesco Andrisani, e il committente e proprietario Nicola Andrisani. Infine, l’ingegner Francesco Luceri, incaricato da Andrisani di effettuare i calcoli statici sul progetto in fase di esecuzione al piano terra e Vincenzo Andrisani, il collaudatore dei lavori in corso d’opera. Tutti sono indagati per le tre ipotesi di accusa, ma evidentemente su piani di responsabilità distinti, tra chi dovrà rispondere eventualmente di superficialità o approssimazione nei controlli di routine, e chi invece sarà chiamato a rispondere sulle cause del crollo, quasi certamente riconducibili a un cedimento delle fondamenta, per lavori di scavo effettuati di recente, o per infiltrazioni  di acqua piovana, oppure per un improvviso cedimento strutturale, o infine per tutte queste concause insieme. Solo le indagini saranno in grado di fare luce su quanto accaduto in vico Piave quel drammatico sabato 11 gennaio 2014.

a.corrado@luedi.it

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