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CROTONE – Usava un metal detector di ultima generazione per indivuare sottoterra i reperti dell’antica Crotone ma i militari del Nucleo di tutela del patrimonio di Cosenza assieme ai colleghi della compagnia di Crotone lo hanno preso proprio mentre cercava nuovo frammenti di storia. L’operazione, fanno sapere i militari, «rappresenta un importante successo nel più generale quadro di contrasto all’illecita attività di scavo clandestino dei siti archeologici calabresi». I militari, quindi, hanno proceduto all’arresto di I. F. (cl.1980) di Isola Capo Rizzuto (KR) nonché al sequestro di vari reperti provenienti dal sito di Capo Colonna nel comune di Crotone. 

Specificamente, l’arrestato è stato notato accedere a bordo di un autoveicolo all’interno dell’insediamento archeologico e colto in flagranza di reato mentre si impossessava di svariati reperti, recuperati grazie all’ausilio di un metal detector di ultima generazione. Le successive investigazioni e perquisizioni domiciliari hanno consentito di acquisire ulteriori elementi a carico di un altro giovane incensurato di Isola Capo Rizzuto. I reati per i quali si procede sono violazione in materia di ricerche archeologiche, impossessamento illecito di beni culturali e danneggiamento aggravato. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato posto, su disposizione della Procura della Repubblica di Crotone, al regime degli arresti domiciliari. L’area archeologica di Capo Colonna, avente natura demaniale, è stata oggetto, nell’ultimo semestre, da parte della Soprintendenza Archeologica della Calabria, di varie segnalazioni di scavo clandestino. Ed invero, l’operazione odierna rappresenta il risultato della combinata azione repressiva di varie componenti dello Stato, sotto l’efficace coordinamento della Procura della Repubblica di Crotone, guidata da Raffaele Mazzotta.
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