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REGGIO CALABRIA – «Se vogliono sapere quale è la nostra famiglia tu digli che è quella del pazzo». Rosario Rao quando chattava con personaggi che vengono indicati come suoi sodali era sempre chiaro. Dal sul BlackBerry impartiva ordini precisi. Sicuro di non essere intercettato. Intercettazioni che invece gli sono costate accuse pesantissime e, al momento, un’ordinanza di custodia cautelare in carcere assieme al cugino Biagio Arena e a Vincenzo Cannatà. Ma c’è di più. Perchè tra i suoi interlocutori telefonici non c’erano solo Arena e Cannatà, ma anche Francesco Pisano. Con un dettaglio che non è di poco conto: Pisano quando chattava con Rao era detenuto. E più esattamente si trovava recluso in carcere in Uruguay. Da dove, evidentemente continuava a gestire affari e intessere relazioni, il tutto nel nome dei Pesce.
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