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SCANZANO JONICO E BERNALDA – Non c’è pace nel Metapontino, dove ormai da tre anni si registra un’escalation di attentati incendiari, che coinvolgono le attività produttive dell’area fino a metterle in ginocchio.Giovedì sera, intorno alle 23, è toccato alle motrici di due tir frigorifero adibite al trasporto della frutta, di proprietà della società cooperativa “Tre effe” di Scanzano Jonico.
Il proprietario, quella sera, non aveva riparato i mezzi presso la sede aziendale, ma li aveva posteggiati in via Monte Bianco a “Terzo Madonna”. Non era ancora notte inoltrata, quando il proprietario si è alzato per bere ed ha notato il bagliore e le fiamme già alte. Sul posto sono intervenuti i Vigili del fuoco, personale della Polstato e carabinieri.
In pochi minuti, le due motrici, uno Scania 164-580 e un Fiat Iveco 420, erano completamente distrutte. Le indagini sono partite immediatamente, ma è certa la natura dolosa. Venerdì mattina la Polzia Scientifica ha effettuato i primi rilievi, messi a disposizione del magistrato inquirente, mentre gli agenti hanno sentito il titolare della coop, che ha negato di aver avuto intimidazioni o altro. I mezzi sono assicurati contro l’incendio, ma il danno economico si aggira intorno ai 60mila euro, con un fermo produttivo forzato che inciderà sul lavoro della coop, impegnata in queste settimane a veicolare la frutta per conto di grossi produttori della zona. Un altro episodio inquietante è accaduto la notte scorsa a Bernalda, dove un altro incendio è divampato per cause da accertare -senza che sia esclusa quella dolosa- distruggendo due camion utilizzati nella raccolta dei rifiuti, parcheggiati in un deposito nell’area per insediamenti produttivi.
L’allarme è stato da una persona, che ha chiamato i Vigili del fuoco intorno alla mezzanotte. Le fiamme sono state spente dopo circa quattro ore di lavoro. In questo caso, le indagini sono state avviate dai carabinieri, ma si tratta di un episodio piuttosto inquietante, visto che la ditta “Tradeco” proprietaria dei mezzi ha avviato da poco il servizio in appalto nella città jonica. Anche in questo caso, dunque, non si possono escludere eventuali piste estorsive o intimidatorie. Certamente, si deve prendere atto che nel Metapontino agisce una mano incendiaria, che colpisce in modo mirato le attività produttive, nei periodi in cui esse lavorano di più.
Poco più di un anno fa, in contrada Campofreddo di Tursi, fu distrutta la sede produttiva ed i capannoni della società “Terre del Sud”, che produce e commercializza frutta all’ingrosso in tutta Italia. Il titolare dell’attività segnalò di aver ricevuto minacce e scritte intimidatorie, ma le indagini sono ancora formalmente aperte, con un danno subìto di 2,5 milioni di euro. La Terre del Sud si è rialzata solo con le proprie forze, a breve occuperà una nuova sede, ma resta la preoccupazione per una tendenza criminale da non sottovalutare.Antonio Corrado
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