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 Cosenza, 25 ott. – Il Comune di Cosenza ha fatto rimuovere, questa mattina, da una squadra di operai, una parte dell’installazione che sorge sulla rotatoria contro la quale, la notte tra il 17 e il 18 ottobre, si schiantò un ciclomotore, a bordo del quale viaggiavano due ragazzi di 19 e 20 anni, Salvatore Candido e Salvatore Altomare. I due giovani morirono sul colpo. Si tratta di alcune parti metalliche che componevano la barriera da cui era circondata la rotatoria e sulle quali è finito il ciclomotore dei due sfortunati giovani. Interpellato dall’Agi, il procuratore capo di Cosenza, Dario Granieri, spiega che i lavori in questione non sono stati ciesti dalla Procura, che indaga sull’incidente. “Non derivano – ha detto – da una nostra ordinanza. Stiamo indagando, io e il dottor Tridico, anche su un’auto che, nelle riprese di una telecamera di sorveglianza della zona, è passata prima dei due ragazzi in motorino, che forse la stavano seguendo”. Il comandante della Polizia stradale di Cosenza, Antonio Provenzano, a sua volta, spiega: “Avevamo già più volte segnalato la pericolosità di quella rotatoria, e abbiamo anche le denunce di diversi automobilisti che ci dicevano che c’erano dei rallentamenti perchè la gente voleva leggere cosa c’era scritto su quelle lamiere”. 
Il riferimento è alle frasi scritte sui pezzi metallici rimossi. Frasi dedicate a Sergio Cosmai, il direttore del carcere di Cosenza ucciso dalla ‘ndrangheta. a Quella rotatoria, anche per la che forma la strada, risulta pericolosa.

COSENZA – Sono state rimosse, a Cosenza le contestate installazioni che si trovavano sulla rotatoria di viale Cosmai, nel luogo in cui nella notte del 18 ottobre sono morti, dopo una caduta dallo scooter i due giovani Salvatore Altomare, 20 anni, e Salvatore Candido, 19. La polstrada aveva emesso un’ordinanza nella quale, in seguito a numerose segnalazioni, si segnalava la pericolosità della lunga scritta incisa sulla struttura metallica che si snodava in prossimità della carreggiata lungo tutta la rotonda.

La frase riportata è di Sergio Cosmai, il direttore del carcere di Cosenza ucciso dalla ‘ndrangheta proprio lungo la strada che oggi porta il suo nome. A sceglierla era stata la vedova tra le citazioni del marito. Ma leggerla, secondo alcuni, era una potenziale distrazione, oltre al fatto che l’installazione, piuttosto bassa, era considerata un rischio nel caso qualcuno ci finisse sopra. Sul metallo si leggeva: “Ho visto un uomo, chiuso in un ottuso orgoglio. Un uomo che non vede oltre la propria persona e il proprio interesse, del tutto incapace di innalzarsi ad eccelse idealità, timido della verità. Ho paura che anche il mio rigagnolo finirà col riversarsi nello stesso fiume se non troverà un nuovo corso da seguire”.

Ora resta da capire se dopo la decisione del Comune di Cosenza, l’iscrizione sarà resa in altra forma.

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