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METAPONTO – Metti un giorno, nel cuore dell’estate e alla vigila di Ferragosto, una delle località balneari più “in” (almeno un tempo) della fascia jonica. Entra nella cittadella turistica di Metaponto e, come primo panorama non vedi il tempio di Hera, nè la spiaggia (o meglio quello che ne è rimasto), ma una bella piazzola completamente invasa da rifiuti, ammassati alla rinfusa intorno a cassonetti variopinti della raccolta differenziata.
Il tutto proprio mentre si procede con il “porta a porta”, in un comune a gestione commissariale.
Un pessimo biglietto da visita, per quella che l’ex consigliere comunale del Pdl, Franco Prisco, definisce una “nobile decaduta”.
Davvero un brutto panorama, che dà il colpo di grazia a una stagione balneare oggettivamente non esaltante, per crisi dei consumi e disservizi vari, oltre alla spiaggia consumata dall’erosione. «Dalla Scuola Pitagorica alla colpevole desolazione dei giorni nostri; dalla “città giardino”, sorta con la bonifica e la Riforma fondiaria per fare da traino al rilancio turistico, ambientale ed economico della regione al conclamato insuccesso odierno. -commenta Prisco- Questa è la parabola inesorabilmente discendente di un territorio divenuto simbolo del fallimento politico: fallimento nella politica dei beni archeologici e culturali, nella politica della salvaguardia ambientale, nella politica urbanistica e della pianificazione produttiva, nella politica agricola e in quella delle attività e dei servizi turistici.
Le peculiarità di una più che 30ennale politica regionale fallimentare si concentrano tutte in questa martoriata fascia di terra, che va dal Bradano al Basento. Dalla scelta di farne il territorio pilota per sperimentazioni improvvisate e inefficaci, ai tanti inconcludenti proclami propagandistici, tutto sembra indicare in Metaponto la vittima sacrificale prescelta dalla cattiva politica, predestinata alla tragedia e a veder bruciare in un assurdo falò rituale tutte le proprie migliori potenzialità. Basti pensare che il “Piano Speciale di Rilancio di Metaponto”, votato nel 2010, addirittura all’unanimità, dall’assise regionale è poi stato nei fatti sterilizzato per assenza di idee programmatiche serie e sostenibili ma soprattutto che il piano urbanistico di Area Vasta (Piano d’Ambito) giace nei cassetti regionali da ben 25 anni.
E’ paradossale che quello che dovrebbe essere il cuore pulsante del turismo della nostra regione, sia a tutt’oggi privo di una rete di alimentazione energetica, assolutamente indispensabile per l’efficienza, l’efficacia e il potenziamento degli impianti turistici.
Già nel 2006 la Giunta De Filippo è stata interpellata al riguardo. Ad oggi ancora nessuna risposta. -prosegue Prisco- Continua così a Metaponto, dove pur insistono numerose strutture ricettive alberghiere, extra alberghiere e all’aperto, l’assenza di una rete del gas-metano, con tutti i conseguenti disagi, rischi, pericoli e limiti, nonché con i maggiori oneri economici a carico delle imprese turistiche, che comportano gli impianti di approvvigionamento provvisorio di gas. Circostanza questa ancor più paradossale se si pensa che Metaponto è, almeno geograficamente, cuore turistico del metapontino lucano, ovvero parte di quella Basilicata dove è presente il più importante Hub Energetico d’Europa.
Diventa quindi indispensabile e urgente pensare ad un immediato, efficace e organico “Piano di rilancio”, non più demandato alla sola buona volontà e tenacia degli operatori turistici locali. Parte delle royalties dell’estrazione petrolifera si potrebbero destinare al rimborso dei costi energetici, facendosene carico in cambio di un diverso utilizzo delle risorse liberate.L’imprenditore turistico, e non solo, a fronte dello sgravio dei costi energetici, potrà investire una somma equivalente nell’assunzione di nuove politiche di promozione turistica e territoriale».
a.corrado@luedi.it
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