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Magistrato in trincea anticamorra, uno dei maggiori esperti del clan dei Casalesi, il nuovo procuratore antimafia, Franco Roberti, napoletano di 65 anni, è in magistratura dal 1975, Roberti ha iniziato la sua carriera nel 1976 in Toscana, come pretore a Borgo San Lorenzo, passando poi nel ’79 a fare il giudice a Sant’Angelo dei Lombardi. Ha passato una vita nella Direzione nazionale antimafia di cui è stato procuratore dal 1993, anno della fondazione, al 2001. Da quell’anno ha poi ricoperto il ruolo di procuratore aggiunto a Napoli, prima di dirigere la procura di Salerno, incarico che ricopre dal 2009. Magistrato dalle “eccezionali capacità organizzative”, si legge nella delibera uscita dalla Quinta commissione e sottoposta al plenum, dove ha prevalso sugli altri tre candidati. Doti affinate nel periodo di servizio al tribunale di Sant’Angelo dei Lombardi, dopo il terremoto del 1980, essendo riuscito a garantire “continuità nel lavoro nonostante le condizioni ambientali difficilissime”.Nella procura di Napoli ha affrontato complessi procedimenti nei confronti della criminalità organizzata, in particolare la Nuova famiglia e il processo sul Banco di Napoli. Si occupa anche della gestione dei collaboratori di giustizia, offrendo un contributo nello studio delle problematiche processuali. Nella Dna Roberti, dove approda fin dall’inizio, è stato un “punto di riferimento nelle indagini sulla criminalità organizzata”. Si è occupato di complessi procedimenti a Napoli, Potenza e Palermo. Nella sua relazione al Csm, per la candidatura al ruolo di Capo della Dna, il procuratore generale di Salerno lo definisce “magistrato di eccezionale caratura professionale, assoluta laboriosità ed alta preparazione”.
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