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MATERA – AL grande pubblico Giampaolo Morelli è noto come “L’ispettore Coliandro”, l’eccentrico “sbirro” nato dalla penna di da Carlo Lucarelli e diventata una serie cult di Rai 2. Ma definirlo attore e basta significherebbe fargli un torto. Giampaolo Morelli, infatti, è anche sceneggiatore, regista e doppiatore, con una sconfinata passione per la scrittura. “Sette ore per farti innamorare” è il suo secondo romanzo, con cui, ad appena due mesi dall’uscita, sta girando in lungo e in largo per l’Italia. Una commedia romantica molto “istruttiva” per i maschietti, che Morelli, intervistato dalla giornalista Antonella Ciervo, presenta oggi alle ore 18,30 alla Mediateca provinciale di Matera, nell’ambito della rassegna letteraria “La parola ai libri”, promossa dalla Libreria di Giulio con il patrocinio della Provincia di Matera. 

Ma non riuscendo a resistere oltre alla curiosità di scoprire se davvero “L’arte del rimorchio è una scienza esatta”, ho approfittato della cortese disponibilità di Giampaolo che, nel corso di una piacevole conversazione telefonica, ha dischiuso orizzonti fino a poco prima a me ignoti sul tema. La storia di Paolo, il protagonista del romanzo, non è frutto della fervida fantasia dell’autore partenopeo, ma il risultato di un’accurata ricerca sul campo, durata oltre un anno. 

Chi è questo Paolo? E’ presto detto: è un ragazzo perbene, quello che le mamme definirebbero “proprio un bravo ragazzo”. Giornalista, scrive di economia in un noto quotidiano di Napoli, è preciso, onesto, educato, serio sul lavoro. Insomma, Paolo è “praticamente perfetto sotto ogni aspetto”. In più è innamorato, e questo completa il quadretto. Un uomo così sarebbe il sogno di tutte le donne, eppure alla sua fidanzata questo non basta, visto che Paolo la trova a letto con il proprio capo. Non potendo sopportare il tradimento – sentimentale e professionale – Paolo si licenzia, ma l’unico impiego che trova è nella redazione di “Macho Man”, un settimanale di attualità per il pubblico maschile. Dopo una serie di interviste a estetisti, personal trainer, chirurghi estetici e coiffeur di grido, gli viene assegnato un pezzo sull’Artista del Rimorchio: come imparare a sedurre qualunque donna in sole sette ore. Con sua grande sorpresa, a tenere il corso è una donna, e Paolo, la cui vita sentimentale è a un punto morto, diventerà la sua cavia. Il risultato è una commedia leggera e dal sapore ironico sull’arte della seduzione, sulle seconde chance e sul vero amore. Ebbene la scoperta è questa: le scuole di seduzione esistono per davvero e, a quanto pare, funzionano pure. «All’inizio – conferma Giampaolo- anch’io ero molto scettico circa la “scientificità” di questi corsi, poi mi sono avvicinato con maggiore attenzione a questo mondo per poter scrivere il libro e ho scoperto che esiste una vera e propria rete di professionisti della seduzione in tutto il mondo. 

La conclusione a cui sono arrivato? La seduzione si può insegnare». Come? Giampaolo svela qualche trucco per avere terreno facile con le donne. «Innanzitutto – spiega- mai tentare un approccio in luoghi che possono rivelarsi una trappola come la discoteca o il ristorante: se a cena lei ti dovesse annoiare come ne esci?». 

Il posto ideale per fare centro? «Meglio i luoghi pubblici – dice ancora l’ “esperto” Morelli- tipo il centro commerciale, una profumeria o anche una libreria. Il segreto è tentare un approccio che non risulti troppo impegnativo. Ad esempio mentre si sorseggia un caffè si può chiedere alla lei di turno: “mi accompagni a fare la spesa?”, e così tra una cosa e l’altra buttata nel carrello ci si conosce meglio in maniera più informale». Se l’invito ad andare insieme al supermercato te lo fa uno come Morelli non ho dubbi che funzioni, le mie certezze di signora impertinente vengono meno se il soggetto cambia. Ma Giampaolo fuga immediatamente ogni dubbio: «Sono regole scientifiche e tecniche psicologiche che fanno abbassare le difese e incuriosiscono la donna ad approfondire la conoscenza, a prescindere dall’uomo». 

Un vero seduttore? «Non è mai invadente- dice Morelli-non si pone mai nelle condizioni di insistere». Ma è di seduttori che le donne hanno bisogno, mi chiedo io… La risposta giusta me la dà Giampaolo (si vede che è uno che ha studiato e di donne ci capisce): le donne cercano un uomo responsabile e protettivo. Non proprio il ritratto di Coliandro… «Beh – m’interrompe Giampaolo – in realtà Coliandro si mette nei pasticci sempre per le donne, che poi non riesca mai a trovare quella giusta è un altro discorso». Sarà che Coliandro, come tutti quelli che si lamentano di essere sfortunati, si ostinano a cercare nella direzione sbagliata? «In effetti – conferma Morelli- non credo nella sfortuna come condizione perenne, concordo ci vuole una certa attitudine a trovare gli stronzi». 

Quanto di Giampaolo c’è nel libro? «Una parte, come il nome del protagonista suggerisce»- risponde, sorridendo Morelli. Il resto di sè è impegnato in mille altre progetti dal cinema (è il protagonista del film tratto dal romanzo di Carlo Lucarelli, “L’isola dell’angelo caduto”, di cui ha curato anche la regia) alla tv (sta lavorando a una serie che andrà in onda sulla Rai, “Una Ferrari per due”, insieme a Neri Marcorè), al teatro (una commedia per i Manetti Bros). E le tecniche di seduzione? «Ne ho applicata qualcuna- ammette Morelli- ma l’ho fatto solo per il bene della scienza». 

Ci sarà da credergli?

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