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Titolo ad una sola riga
Catenaccio light per primo piano da non modificare – CATEGORICO
di LEO AMATO
POTENZA – E’ stato sentito come persona informata sui fatti, in particolare alcune conversazioni captate dalle microspie nell’ufficio dell’ex vicepresidente della giunta di via Anzio. Il filone principale dell’inchiesta sui rapporti tra il consigliere regionale Agatino Mancusi e gli uomini del clan di Antonio Cossidente ormai è chiuso, e spetta agli inquirenti decidere se avanzare una richiesta di rinvio a giudizio o fare un passo indietro. Nel frattempo però il lavoro degli investigatori è andato avanti, perciò alla fine non è escluso che le accuse si arricchiscano anche di altro, che soltanto adesso sta venendo a galla. 
C’è pure il presidente dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata tra i testi della nuova tornata di interrogatori effettuati nei giorni scorsi dai militari del Ros al comando del luogotenente Michele Ciriello. Felice Scarano, medico e di professione ispettore del lavoro, ex assessore alla mobilità del Comune nell’ultima giunta Fierro e attuale consigliere comunale dello Sdi eletto nelle file dell’opposizione, da anni è al vertice dell’ente che si occupa dello studio e della lotta alle patologie veterinarie, alle dipendenze delle due amministrazioni regionali. Tra gli uffici interessati alle sue attività oltre a quelli competenti in materia di sanità ci sono quelli dell’ambiente, perciò nulla di strano se l’assessore, a sua volta potentino d’adozione, ogni tanto si sia fatto sentire. Solo che i discorsi registrati a settembre del 2011 nei nastri in mano agli inquirenti andrebbero ben oltre gli ordini del giorno istituzionali. Si parla una spintarella per un concorso. Così in procura hanno deciso di vederci chiaro.
La vicenda è la stessa pubblicata dal Quotidiano il 14 dicembre scorso, assieme alle altre evidenziate nelle informative dei militari che hanno effettuato le intercettazioni nell’ufficio dell’allora assessore Mancusi. Tra queste ci sono le accuse di un consigliere comunale Udc di Rotondella – moglie di un noto imprenditore edile del posto – su un giro di mazzette all’Ater Matera, e le lamentele dei alcuni dipendenti di Acqua spa sulla paralisi dell’ente. Perciò se gli investigatori applicheranno lo stesso metro di giudizio c’è da attendersi che anche loro non verranno lasciate “inesplorate”. 
Certo è che la portata dei fatti descritti non era passata per nulla inosservata, tant’è che cinque giorni più tardi lo stesso Mancusi avrebbe deciso di rompere il silenzio in pubblico, replicando per la prima volta dopo le sue dimissioni il giorno stesso della pubblicazione sul Quotidiano della notizia di un indagine nei suoi confronti per concorso esterno in associazione mafiosa. «Ogni mia condotta – così il consigliere richiamando soprattutto la stampa alle regole della deontologia – si è articolata nel rigoroso rispetto dei doveri istituzionali: questo per quanto riguarda gli operatori economici (esempio: vicenda Ater) come per ogni altro intervento. E’ triste constatare – aggiungeva poi Mancusi – che la stampa possa, come è accaduto in questo caso, raccogliere anche “chiacchiere di conoscenti”: è il caso della presunta “spintarella” che sarebbe stata chiesta sui vertici dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata per favorire qualche concorrente». Altri però devono aver pensato che le questioni rilanciate dalle colonne del Quotidiano forse meritavano di essere approfondite, anche per fugare sospetti destinati a cadere di fronte ai primi riscontri di senso opposto. 
Quindi lo sponsor della presunta raccomandazione. I militari inizialmente lo hanno identificato con l’onorevole Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, ma da accertamenti successivi sarebbe emerso che in realtà si tratterebbe di un quasi omonimo foggiano, l’onorevole sindaco di San Marco in Lamis Angelo Cera, sempre dell’Udc e attualmente candidato per il suo secondo mandato alla Camera con la lista di Casini proprio dopo Cesa. 
Chi lo conosce da vicino parla di un uomo molto potente, ma per il pubblico del piccolo schermo è una delle vittime delle Iene che a novembre del 2011 lo hanno messo in grossa difficoltà con una domanda sulla definizione dello spread. («Lo spread è la differenza fra quello che si produce e quello che uno realmente spende». Così il deputato alla cronista che lo incalzava sui termini della crisi di credibilità dell’economia nazionale. «Vedo che tu sia molto informato quindi spieghi bene se io non riesco a capire o a dirtelo bene»).
Cera avrebbe quindi contattato Mancusi per aggiustare un concorso all’Istituto zooprofilattico e adesso gli inquirenti vogliono da capire dal presidente di quest’ultimo come siano andate le cose. La raccomandazione è arrivata dagli uffici di via Anzio sì o no? E nel primo caso si è tradotta nel risultato sperato? Dalle risposte a queste domande potrebbero dipendere conseguenze anche molto gravi.

POTENZA – E’ stato sentito come persona informata sui fatti, in particolare alcune conversazioni captate dalle microspie nell’ufficio dell’ex vicepresidente della giunta di via Anzio. Il filone principale dell’inchiesta sui rapporti tra il consigliere regionale Agatino Mancusi e gli uomini del clan di Antonio Cossidente ormai è chiuso, e spetta agli inquirenti decidere se avanzare una richiesta di rinvio a giudizio o fare un passo indietro. Nel frattempo però il lavoro degli investigatori è andato avanti, perciò alla fine non è escluso che le accuse si arricchiscano anche di altro, che soltanto adesso sta venendo a galla. C’è pure il presidente dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata tra i testi della nuova tornata di interrogatori effettuati nei giorni scorsi dai militari del Ros al comando del luogotenente Michele Ciriello. Felice Scarano, medico e di professione ispettore del lavoro, ex assessore alla mobilità del Comune nell’ultima giunta Fierro e attuale consigliere comunale dello Sdi eletto nelle file dell’opposizione, da anni è al vertice dell’ente che si occupa dello studio e della lotta alle patologie veterinarie, alle dipendenze delle due amministrazioni regionali. Tra gli uffici interessati alle sue attività oltre a quelli competenti in materia di sanità ci sono quelli dell’ambiente, perciò nulla di strano se l’assessore, a sua volta potentino d’adozione, ogni tanto si sia fatto sentire. Solo che i discorsi registrati a settembre del 2011 nei nastri in mano agli inquirenti andrebbero ben oltre gli ordini del giorno istituzionali. Si parla una spintarella per un concorso. Così in procura hanno deciso di vederci chiaro.La vicenda è la stessa pubblicata dal Quotidiano il 14 dicembre scorso, assieme alle altre evidenziate nelle informative dei militari che hanno effettuato le intercettazioni nell’ufficio dell’allora assessore Mancusi. Tra queste ci sono le accuse di un consigliere comunale Udc di Rotondella – moglie di un noto imprenditore edile del posto – su un giro di mazzette all’Ater Matera, e le lamentele dei alcuni dipendenti di Acqua spa sulla paralisi dell’ente. Perciò se gli investigatori applicheranno lo stesso metro di giudizio c’è da attendersi che anche loro non verranno lasciate “inesplorate”. Certo è che la portata dei fatti descritti non era passata per nulla inosservata, tant’è che cinque giorni più tardi lo stesso Mancusi avrebbe deciso di rompere il silenzio in pubblico, replicando per la prima volta dopo le sue dimissioni il giorno stesso della pubblicazione sul Quotidiano della notizia di un indagine nei suoi confronti per concorso esterno in associazione mafiosa. «Ogni mia condotta – così il consigliere richiamando soprattutto la stampa alle regole della deontologia – si è articolata nel rigoroso rispetto dei doveri istituzionali: questo per quanto riguarda gli operatori economici (esempio: vicenda Ater) come per ogni altro intervento. E’ triste constatare – aggiungeva poi Mancusi – che la stampa possa, come è accaduto in questo caso, raccogliere anche “chiacchiere di conoscenti”: è il caso della presunta “spintarella” che sarebbe stata chiesta sui vertici dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata per favorire qualche concorrente». Altri però devono aver pensato che le questioni rilanciate dalle colonne del Quotidiano forse meritavano di essere approfondite, anche per fugare sospetti destinati a cadere di fronte ai primi riscontri di senso opposto. Quindi lo sponsor della presunta raccomandazione. I militari inizialmente lo hanno identificato con l’onorevole Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, ma da accertamenti successivi sarebbe emerso che in realtà si tratterebbe di un quasi omonimo foggiano, l’onorevole sindaco di San Marco in Lamis Angelo Cera, sempre dell’Udc e attualmente candidato per il suo secondo mandato alla Camera con la lista di Casini proprio dopo Cesa. Chi lo conosce da vicino parla di un uomo molto potente, ma per il pubblico del piccolo schermo è una delle vittime delle Iene che a novembre del 2011 lo hanno messo in grossa difficoltà con una domanda sulla definizione dello spread. («Lo spread è la differenza fra quello che si produce e quello che uno realmente spende». Così il deputato alla cronista che lo incalzava sui termini della crisi di credibilità dell’economia nazionale. «Vedo che tu sia molto informato quindi spieghi bene se io non riesco a capire o a dirtelo bene»).Cera avrebbe quindi contattato Mancusi per aggiustare un concorso all’Istituto zooprofilattico e adesso gli inquirenti vogliono da capire dal presidente di quest’ultimo come siano andate le cose. La raccomandazione è arrivata dagli uffici di via Anzio sì o no? E nel primo caso si è tradotta nel risultato sperato? Dalle risposte a queste domande potrebbero dipendere conseguenze anche molto gravi.

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