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CATANZARO – Giancarlo Giusti è a casa. In Calabria. Nella sua regione. Tra i suoi affetti. L’ex giudice del tribunale di Palmi condannato a 4 anni di reclusione, ritenuto colpevole di corruzione aggravata dalla finalità mafiosa, da qualche giorno si trova infatti nell’abitazione della sorella Gabriella, nel Soveratese. Il giudice per le udienze preliminari Alessandra Simion ha accolto la richiesta del legale difensore del giudice, l’avvocato Paolo Carnuccio e ha concesso gli arresti domiciliari. A determinare la decisione del gup sono state sicuramente le condizioni di salute dell’uomo che non sarebbero più compatibili con il regime carcerario. Soprattutto dopo il tentativo di suicidio di Giusti che il 28 settembre si sarebbe sfilato il cordoncino dei pantaloni e avrebbe cercato di impiccarsi nel carcere di Opera a Milano, dove era detenuto dopo la sentenza di condanna emessa con il rito abbreviato. Da quel giorno, in carcere Giancarlo Giusti non ha messo più piede. Dall’ospedale in Calabria, a casa della sorella, direttamente.
Che le condizioni di salute dell’ex magistrato destassero qualche preoccupazione, l’avvocato Carnuccio lo aveva già specificato, preannunciando la richiesta di alleggerimento della misura cautelare nel momento in cui il magistrato sarebbe stato dimesso dall’ospedale. E così è stato. Giancarlo Giusti aspetterà a casa della sorella Gabriella il ricorso pendente in Cassazione – l’udienza è fissata per il prossimo 15 novembre.
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