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CATANZARO – L’assessore regionale calabrese Luigi Fedele è stato sentito oggi come testimone nel processo milanese sulla cosiddetta ‘zona grigia’ della ‘ndrangheta radicata nel capoluogo lombardo. Nel dibattimento sono imputati, tra gli altri, il presunto boss Giulio Lampada, l’ex presidente delle misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Giuseppe Giglio, e il consigliere regionale calabrese, Francesco Morelli (Pdl).   

Il nome di Fedele – ascoltato oggi come testimone davanti ai giudici dell’ottava sezione penale di Milano – figurava nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di una decina di persone, tra cui il consigliere Morelli e il giudice Giglio, nel novembre del 2011. Secondo il gip, infatti, gli uomini del clan in numerose «competizioni elettorali» avrebbero fatto «confluire preferenze su candidati a loro vicini», tra cui «Fedele Luigi, alle elezioni per la Regione Calabria del maggio 2010». Lo stesso giorno in cui erano stati eseguiti gli arresti, però, Fedele aveva precisato con un comunicato di non aver “mai avuto nessun tipo di rapporto, e tanto meno di amicizia, con la famiglia Lampada-Valle».

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