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LOCRI – Alessandro Marcianò, da poco libero dopo la sentenza della Cassazione che ha annullato la condanna all’ergastolo per l’omicidio Fortugno, a breve potrebbe di nuovo varcare la soglia dell’Ospedale di Locri dove lavorava come capo sala. Da qualche giorno i suoi legali hanno presentato la richiesta di reintegro all’Asp di Reggio Calabria per il loro assistito.
Ad oggi Marcianò, secondo quanto rilevano i suoi avvocati, non avrebbe impedimenti a poter riprendere i suo incarico presso l’ospedale di Locri. In altre parole, dovrebbe essere considerato alla stregua di un uomo libero, con le dovute restrizioni imposte dalla Cassazione come l’obbligo di dimora e di firma.
Il vice presidente del consiglio regionale Francesco Fortugno venne ucciso a Locri il 16 ottobre del 2005, nel seggio allestito per le primarie dell’ Ulivo a Palazzo Nieddu del Rio, nel pieno centro di Locri. Il 21 marzo 2006, dopo 5 mesi di indagini, vengono arrestati nove presunti colpevoli. Alla fine, dopo la Cassazione, hanno subito una condanna all’ergastolo Salvatore Ritorto, considerato il killer, Domenico Audino e Giuseppe Marcianò. Fondamentali le dichiarazioni dei pentiti Domenico Novella e Bruno Piccolo. Ma per Alessandro Marcianò secondo la Cassazione mancavano i riscontri alle parole dei collaboratori di giustizia. Riscontri che oggi sono fondamentali e che hanno determinato la scarcerazione dell’uomo accusato di essere il mandante del delitto.
Nel frattempo è stata sospesa la manifestazione prevista per il 16 ottobre in memoria di Franco Fortugno. Dopo 7 anni si blocca la ricorrenza che ha portato nella Locride ministri e politici di alto livello in onore della memoria del vice presidente del Consiglio regionale. La commemorazione non è stata confermata per un grave lutto che pochi giorni fa ha colpito la famiglia. Un periodo poco sereno per la vedova Maria Grazia Laganà che, pochi giorni fa, ha subito anche una condanna a 2 anni per truffa e falso.
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