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CATANZARO – E’ stato rimesso in libertà Domenico Bevilacqua, 51enne di etnia rom più noto come «Toro seduto», considerato a capo della criminalità zingara catanzarese, già ritenuto colpevole di estorsione ai danni di un’impresa catanzarese nell’ambito dell’inchiesta «Domino». All’uomo, inizialmente sottoposto a custodia cautelare in carcere, erano stati concessi gli arresti domiciliari per motivi di salute, ma adesso, su istanza dell’avvocato Anselmo Mancuso, Bevilacqua è tornato completamente libero senza alcuna misura cautelare a suo carico. In seguito all’operazione «Domino» l’imputato era stato condannato in primo grado – il 25 novembre del 2009 – a sei anni e mezzo di reclusione. La pena era stata poi scontata a cinque anni in appello, il 3 giugno del 2010. «Toro seduto» è stata l’unica delle persone coinvolte nelle due indagini consecutive «Domino» ed «Effetto domino» ad andare al processo dibattimentale.
Altri quindici imputati hanno infatti chiesto il giudizio abbreviato, che si è concluso l’8 gennaio del 2010 con tredici condanne e due assoluzioni, confermate in appello il 14 gennaio 2011 – alle parti civili, e cioè i Comuni di Francavilla Angitola (VV) e Filadelfia (VV), la Provincia di Vibo Valentia ed inoltre Salvatore ed Armando Mazzei, è stata concessa una provvisionale di 50.000 euro ciascuno, in attesa della liquidazione del risarcimento del danno -. Tra gli imputati di «Domino» ed «Effetto domino», portate a termine a metà maggio ed agli inizi di giugno 2008 dalla Squadra mobile della Polizia di Stato contro presunti appartenenti a consorterie dedite alle estorsioni «mafiose» ai danni di imprenditori della provincia catanzarese, ed in particolare del comprensorio lamentino, secondo l’accusa vi sarebbero presunti esponenti delle cosche Anello-Fruci, operante nell’area dell’Angitola (VV), dei Cerra-Torcasio-Gualtieri e degli Iannazzo di Lamezia Terme (Cz), dei Passafaro di Borgia (Cz). Per quanto riguarda Domenico Bevilacqua, alla fine è stato ritenuto colpevole di estorsione, ma nei suoi confronti è caduta l’aggravante del metodo mafioso.
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