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CATANZARO – Si è conclusa con la richiesta di dodici condanne – a pene comprese fra i 30 e gli 8 anni di reclusione – la requisitoria del pubblico ministero nell’ambito del giudizio immediato a carico di altrettanti imputati coinvolti nell’inchiesta antidroga della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro battezzata «Rinascita». In particolare, il sostituto procuratore Vincenzo Capomolla ha chiesto la condanna di: Gianluca Berlingieri, alias «Cipolla», a 15 anni di reclusione; Luigi Palummo, a 14 anni; Nino Passalacqua a 30 anni e 2.000 euro di multa (per lui è stata contestualmente chiesta l’assoluzione per due capi d’accusa); Alessandro Bevilacqua (33 anni) a 12 anni e 36.000 euro (chiesta anche l’assoluzione per un capo d’accusa). Per Alessandro Bevilacqua (30 anni) a 8 anni e 36.000 euro; Alessandro Bevilacqua (27 anni), a 8 anni e 36.000 euro; Andrea Bevilacqua a 13 anni e 36.800 euro; Franco Bevilacqua, a 8 anni e 36.000 euro; Mario Bevilacqua a 9 anni e 40.500 euro; Simone Bevilacqua a 10 anni e 1.600 euro; Luca Bianco a 9 anni e 1.200 euro; Vitaliano Bianco a 8 anni e 1.000 euro. Di seguito la parola è passata ai difensori degli imputati per le prime arringhe difensive (hanno discusso gli avvocati Sabatino, Lucio Canzoniere, Salvatore Iannone, Antonio Ludovico) prima che il tribunale collegiale di Catanzaro rinviasse alla data del 2 luglio per le ultime arringhe e la sentenza.
Per gli altri 56 indagati di «Rinascita» – per i quali la Procura di Catanzaro aveva pure chiesto il giudizio immediato ma che hanno scelto il rito abbreviato – la sentenza è arrivata il 13 dicembre del 2011, quando il giudice dell’udienza preliminare distrettuale ha pronunciato 52 condanne e 4 assoluzioni. L’operazione «Rinascita» è scattata nel capoluogo calabrese all’alba del nove novembre 2010, per l’esecuzione di 73 provvedimenti cautelari disposti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Associazione armata finalizzata al traffico di droga l’accusa principale mossa ai numerosi indagati dell’inchiesta, considerati dagli inquirenti membri di due gruppi criminali nomadi contrapposti: quello facente capo a Domenico Berlingieri, 50 anni, e quello guidato da Silvano Berlingieri, 39 anni, detto «Pacciani». Gli zingari, sempre secondo la tesi della pubblica accusa, avrebbero avuto la totale gestione del mercato della droga in tutti i quartieri a sud della città di Catanzaro, con importanti rapporti con esponenti della ‘ndrangheta del reggino e, soprattutto, con una inquietante disponibilità di armi micidiali, tra cui fucili, pistole e mitra Kalashnikov.
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