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RITRATTO di una cantantessa di casa nostra. Eco Nuel, all’anagrafe Emanuela Nappi, nata a Roma trent’anni fa ma calabrese di origini, Praia a mare per l’esattezza. Ha scelto un nome d’arte mitologico, quello della ninfa che per passione si consumò e di lei non rimase che la voce. Quinta di cinque figli, “a sedici anni dall’ultimo arrivo io, e i miei ricominciano da capo”: una dolce rompiscatole. Salita alla ribalta dell’underground per la sua collaborazione con il trio dei Proteus 911 (pure loro di Praia), Eco ha poi sfornato nel 2011 un debutto sorprendente: “Almost White” (Rockbottomrec./X-Beat/Zone di Musica). Quasi bianco. A chi se lo fosse perso è vivamente consigliato di riparare, non c’è data di scadenza. Nove tracce seducenti, nove ritratti femminili senza stereotipi, a spasso tra Patti Smith e i Cocteau Twins, rock e dream pop, dark e post-rock.
La piccoletta di casa-Nappi, mentre il padre dipingeva e la madre imparava a suonare la chitarra, cresceva con le indicazioni dei fratelli maggiori. “Avevo 13 anni quando mio fratello Francesco mi regalò ‘Post’ di Bjork e ‘Dummy’ dei Portishead”, ricorda oggi. “Quei dischi mi sconvolsero, rivoluzionarono il mio approccio alla musica, era il ’95 e io già scrivevo canzoni”. Quindi il grunge, “Alice in Chains più che Nirvana”. E arriviamo ai giorni nostri, una nuova folgorazione sonica, appresso a Ulan Bator, Sonic Youth, Blonde Redhead, prima di un’esplorazione più “autoriale” e personale, che porta Eco sulle tracce di una scrittura scorticata alla Nick Cave, PJ Harvey, Marianne Faithfull. La giovane carriera, artistica e umana, di Emanuela, è legata indissolubilmente ai Proteus 911, il gruppo di post-rock nel cui album “Where Roses Fall” iniziammo a conoscere la sua voce di ninfa. I tre, Massimiliano Gallo, Victoriano Maria Labanchi e Christian Motta, sono i suoi musicisti, e con Vic c’è un legame sentimentale che dura da anni. Storie sfumate, “quasi bianche” come recita il titolo, tristi e vitali, quelle dell’album “Almost White”. Liquide, in chiaroscuro. Perché Eco è una che ama giocare sul bordo nebbioso delle suggestioni. Appassionata di cinema e degli incroci tra musiche e visioni, Eco mostra una maturità già pronunciata, come fosse un’artista già alla prova veterana. Sfrontata, eterea, sognante o aggressiva, la cantautrice rocker col nome di ninfa è un’ammaliatrice. La sua poetica è fatta di opposti, di languida durezza. Eco è più o meno sempre in giro col furgone e con i suoi musicisti/compagni di vita. Se capita dalle vostre parti, non perdetevela.
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